Mancano due settimane all’assemblea di Cattolica (26/27 giugno) che dovrà votare, oltre che sulla riforma della governance, anche sulla delega da attribuire al cda ad aumentare il capitale per un ammontare massimo di 500 milioni.
Riguardo a quest’ultima questione, secondo quanto si apprende da Mf, lo scorso 9 giugno alcuni azionisti della compagnia veronese hanno dato vita a un patto di sindacato chiamato “Api”, allo scopo di raccogliere consensi per votare contro suddetto aumento.
Il quotidiano aggiunge che i membri del patto vorrebbero prima conoscere in maniera più dettagliata quella che è la situazione della compagnia, nello specifico nell’ambito industriale e sulla politica degli investimenti.
Cattolica, lo scorso 27 maggio, ha ricevuto una lettera dall’IVASS in cui viene data evidenza della situazione di solvibilità indebolita del gruppo, della capogruppo e di talune controllate a seguito del deterioramento dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19.
L’IVASS, pertanto, ha rilevato la necessità per la compagnia veronese di procedere con un rafforzamento patrimoniale, che l’authority si attende venga perseguito con un aumento di capitale da 500 milioni da effettuarsi entro il prossimo autunno.
Entro fine luglio Cattolica dovrà presentare alla Vigilanza un piano a livello di gruppo che descriva le azioni intraprese, con riferimento anche alle controllate, riguardanti in particolare il monitoraggio della posizione di solvibilità.