Dall’ultimo rapporto mensile sulla produzione di energia elettrica pubblicato dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), relativo a marzo 2020, sono già visibili gli impatti delle misure di confinamento in risposta alla pandemia da Covid-19.
In particolare, la produzione netta di elettricità nei Paesi europei dell’OCSE è stata di 297,3 TWh a marzo 2020, in calo del 2,5% rispetto a marzo 2019 e in calo dell’1,3% rispetto a febbraio 2020.
Le energie rinnovabili hanno fornito 142,0 TWh, ovvero il 47,7% della produzione totale di energia elettrica. In particolare, grazie a condizioni più umide rispetto alla media, la produzione idroelettrica è stata di 59,1 TWh, ovvero il 19,8% in più rispetto a marzo 2019 e dell’11,1% superiore rispetto a febbraio 2020, contribuendo all’aumento della produzione rinnovabile, +9,3% rispetto a marzo 2019 e +1,1% rispetto a febbraio 2020.
In Italia, le severe misure di blocco adottate a partire dal 9 marzo 2020 hanno rallentato la domanda. Di conseguenza, la produzione netta di elettricità è diminuita del 12,0% rispetto a marzo 2019 e dell’8,2% rispetto a febbraio 2020, a 20,1 TWh, il livello di produzione più basso registrato dal 2009. Una dinamica trainata dalla generazione termica convenzionale, pari a 12,9 TWh, il 16,0% in meno rispetto a marzo 2019 e l’11,4% in meno rispetto a febbraio 2020.
Calo più contenuto, invece, per le energie rinnovabili che hanno fornito 8,4 TWh, il 42,1% della produzione totale, ovvero il 5,9% in meno rispetto a marzo 2019 e del 3,5% inferiore rispetto a febbraio 2020, nonostante il balzo dell’idroelettrico, pari a 2,9 TWh, +32,1% rispetto a marzo 2019 e +7,3% rispetto a febbraio 2020.