Chiusura in rosso per le principali borse europee, frenate anche dall’andamento prudente di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi in calo dello 0,7% a 19.478 punti, mediamente in linea con il Cac 40 di Parigi (-0,6%), il Dax di Francoforte (-0,6%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%). Oltreoceano, viaggiano poco mossi Dow Jones (+0,1%) e S&P500 (+0,2%) mentre avanza il Nasdaq (+0,6%).
Il sentiment dei mercati rimane piuttosto cauto, complici i timori per una seconda ondata di coronavirus, dopo il rally dei mesi scorsi che ha riportato le quotazioni sui livelli pre-crisi.
L’ipotesi di un secondo lockdown appare ancora remota, ma preoccupa la situazione dei contagi in America Latina, in alcuni Stati degli Usa e in Germania.
A ciò si contrappone l’ottimismo per la ripresa e per gli stimoli varati dalle autorità per sostenere le economie colpite dalla pandemia.
Nei prossimi giorni, sono attesi spunti dal Pil finale statunitense del primo trimestre e dalle nuove proiezioni economiche del Fondo Monetario Internazionale.
Sul fronte macro, l’indice di fiducia dei consumatori dell’eurozona ha riportato un incremento a -14,7 punti nel mese di giugno, rispetto a -18,8 punti di maggio.
Sul Forex, l’euro/dollaro risale a 1,126 mentre il cambio tra biglietto verde e yen rimane poco mosso in area 106,8.
Tra le materie prime avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+1%) a 42,6 dollari e il Wti (+1,1%) a 40,3 dollari, mentre l’oro si apprezza a 1.760 dollari l’oncia, sui massimi dal 2012.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 172 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo all’1,28%.
Tornando a Piazza Affari, si segnala lo stacco della cedola da parte di Snam, Terna, Telecom Italia, Leonardo, Exor, Poste Italiane e Stm, per un calo tecnico del Ftse Mib pari allo 0,31%.
Esordio all’insegna degli acquisti sul listini principale per Interpump (+5,25%) e Inwit (+3%), che sostituiscono Bper e Ferragamo. In evidenza anche Diasorin (+2%) e Amplifon (+1,9%).