Le ripercussioni della crisi Covid sull’industria del gas

La combinazione tra la crisi da Covid-19 e un inverno eccezionalmente mite nell’emisfero settentrionale hanno contribuito al calo della domanda di gas naturale più importante della storia recente.

E’ quanto ha segnalato l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nel suo ultimo report “Gas 2020”, in cui stima che la domanda di gas naturale scenderà del 4%, ovvero 150 miliardi di metri cubi, il doppio del calo subito con lo scoppio della crisi finanziaria del 2008.

Agli inizi di giugno quasi l’intero mercato mondiale di gas ha subito cali della domanda o crolli della crescita. Per l’intero anno, si prevede che i mercati più maturi in Europa, Nord America e Asia vedranno il calo maggiore, che rappresenta il 75% del calo totale della domanda di gas nel 2020. Sebbene sia previsto un rimbalzo nel 2021, la AIE non prevede un rapido ritorno ai livelli pre-Covid-19

Dal 2021 la maggior parte della quota di domanda in ripresa sarà concentrata nei mercati asiatici emergenti, per lo più Cina e India, paesi in cui l’industria del gas beneficia di un forte sostegno politico.

I principali motori della futura crescita dell’offerta – lo scisto statunitense e i progetti industriali convenzionali in Medio Oriente e Russia – sono sotto pressione a causa dalla caduta del prezzo del petrolio e dalla forte incertezza circa le tendenze della domanda nel breve-medio periodo.

Secondo l’Agenzia, il gas naturale liquefatto (GNL) è destinato a rimanere il principale motore del commercio internazionale di gas. L’ondata di investimenti in progetti GNL nel 2018 e nel 2019, prima del Coronavirus quindi, porterà ulteriore capacità di esportazione in Nord America, Africa e Russia.