Diversità e inclusione: un imperativo per le aziende, la visione del World Economic Forum

L’inizio del nuovo decennio ha visto la convergenza di tre principali tendenze. L’uso accelerato delle tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale nel mezzo della pandemia, l’interruzione del mercato del lavoro e la richiesta ad ampio raggio di maggiore inclusività, equità e giustizia sociale.

Ora più che mai, nel bel mezzo di un tale cambiamento radicale, le organizzazioni hanno l’opportunità di integrare una maggiore diversità, equità e inclusione.

Le aziende leader lo riconoscono sempre più e sfruttano in modo proattivo la tecnologia come parte integrante delle strategie organizzative per raggiungere l’obiettivo di “Diversity, Equity and Inclusion 4.0” (Diversità, equità e inclusione 4.0).

E’ quanto emerge da un recente Report del World Economic Forum (WEF), che ricorda come, però, nell’attuale mercato del lavoro, le differenze tra la forza lavoro – geografiche, etniche, religiose, anagrafiche e comportamentali – possono essere la base per diverse forme di esclusione e comportare diverse forme di discriminazione.

Eppure, i dipendenti di organizzazioni inclusive provano un profondo senso di appartenenza oltre di crescita e forza. In un contesto simile, l’ambiente di lavoro offre un’elevata sicurezza psicologica ai dipendenti, che si impegnano senza temere giudizi, si sentono a proprio agio nell’esprimere le proprie opinioni e apprezzati per il contributo e i risultati che apportano alla società.

Non solo. Le organizzazioni inclusive si assumono maggiori responsabilità non solo per l’impatto che hanno sulla vita dei loro dipendenti, ma anche sulle comunità in cui operano, contribuendo alla giustizia sociale.

Ecco che il WEF individua i tre imperativi alla base del “Diversity, Equity and Inclusion 4.0”.

In primis, un imperativo morale. Offrire condizioni eque a tutti i lavoratori è semplicemente la cosa giusta da fare e le società inclusive rimarcano questo principio nei propri codici di condotta.

In secondo luogo, un imperativo legale. L’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha attuato una serie di convenzioni per eliminare la discriminazione da tutti gli aspetti del lavoro. Ratificati dalla stragrande maggioranza dei Paesi, servono come base per la legislazione nazionale sulla parità di trattamento e opportunità sul posto di lavoro, che devono quindi essere tenute nella giusta considerazione dalle imprese.

Ultimo ma non meno importante, un imperativo economico. Team di lavoro diversificati e inclusivi – se ben gestiti – hanno maggiori conoscenze e abilità, sono più bravi a identificare e risolvere problemi che altri potrebbero trascurare e ottengono un vantaggio competitivo nell’accesso a nuovi mercati e una maggiore quota di mercato. L’assunzione di un ampio pool di talenti facilità l’allocazione di ruoli altrimenti difficili da ricoprire, mentre una cultura del lavoro inclusiva è un fattore chiave per l’impegno, il benessere e la fidelizzazione dei dipendenti.