Ubi – I driver e i target del piano aggiornato al 2022, atteso un utile netto di 562 mln a regime

Il cda di Ubi ha approvato l’aggiornamento del piano industriale 2022 alla luce degli impatti del Covid-19.

Sono state confermate tutte le linee strategiche che hanno costituito l’asse portate del piano industriale presentato a febbraio 2020 e sono stati attivati i seguenti interventi:

  • la decisione di internalizzare il comparto assicurativo relativo ad Aviva Vita a
    partire dal 30 giugno 2021 che porterà nell’orizzonte di piano ad un rendimento atteso dell’investimento superiore al 10%, e la valorizzazione, per il tramite di operazioni e/o iniziative di carattere strategico, di partecipazioni e delle attività di “merchant acquiring”;
  • la conferma della razionalizzazione degli accordi di  “securities services”, rinviata al 2021 a causa delle conseguenze dell’Ops;
  • l’attivazione di leve gestionali volte al contenimento dell’impatto negativo derivante dal Covid-19 sulla qualità del portafoglio crediti;
  • la conferma del piano di investimenti tecnologici e del piano di riassetto del comparto immobiliare;
  • il mantenimento e il potenziamento delle società prodotto del gruppo per il miglior servizio della clientela e quale ulteriore riserva di valore.

Il tutto dovrebbe portare al conseguimento di un utile stimato in 562 milioni al 2022, rispetto ai 665 milioni originariamente previsti nel piano industriale presentato a febbraio scorso e alla generazione di un ROTE del 7,1% nel 2022 (rispetto al precedente 8,3%).

Confermata anche una solida posizione patrimoniale, con un CET1 ratio stimato attestarsi al 2022 al 13,9% (al netto dei dividendi del 2019 ma prima di quelli relativi a 2020, 2021, 2022), rispetto a una soglia minima di CET1 ratio pari al 12,5%, si evidenzia un excess capital di circa 840 milioni che potranno essere distribuiti, corrispondenti a un cumulato di oltre 73 centesimi di euro per azione nel triennio.

L’impatto dell’emergenza Covid19 sul costo del credito è stimato in 85 punti base cumulati
aggiuntivi nell’arco del triennio 2020-2022.

Questa importante dimostrazione di resilienza è ottenuta in un contesto particolarmente
complesso grazie alla tenuta dei proventi operativi (CAGR +0,7% incluso il 100% di Aviva Vita) in uno scenario conservativo di evoluzione del PIL nel triennio e di tassi negativi e al controllo degli oneri operativi (CAGR -0,6% includendo tra l’altro gli impatti del nuovo
CCNL, incrementati investimenti in nuove tecnologie e l’internalizzazione di Aviva Vita)
e a un costo del credito a 62 pb nel 2022.

(segue approfondimento)