Cattolica Ass. – Caldarelli (Vittoria): “L’offerta resta valida”

L’offerta presentata da Vittoria per Cattolica resta ancora valida, nonostante l’accordo siglato da quest’ultima con Generali che prevede l’ingresso della compagnia triestina nel capitale con una quota del 24,4% tramite un aumento di capitale da 300 milioni.

Cesare Caldarelli, Ad di Vittoria, lo ha spiegato in un’intervista a Il Sole 24 Ore, aggiungendo che “il progetto prevedeva la fusione alla pari tra le due società e la contestuale trasformazione in spa di Cattolica. Successivamente si sarebbe proceduto con un eventuale aumento di capitale dato in opzione a tutti gli azionisti, tra i quali Yafa Holding”, la holding che fa capo alla famiglia Acutis, azionista di riferimento di Vittoria.

“L’auspicio era che accanto all’attuale azionista di riferimento di Vittoria si coagulassero anche gli investitori di Cattolica”, ha aggiunto l’Ad della compagnia milanese.

“Generali con il suo investimento ha dato un’indicazione chiarissima su quanto avesse stimato il valore pre-aumento della società, circa 900 milioni, peraltro in linea con le nostre stime, e il corso del titolo si è allineato”, ha poi spiegato il manager.

Caldarelli, sottolineando “la forte valenza industriale e strategica” del piano, ha riportato come “il primo incontro con il direttore generale di Cattolica è avvenuto a metà marzo e ci è stata prospettata la possibile integrazione tra i due gruppi. La possibilità ci è parsa molto interessante e da approfondire”, facendo presente che l’operazione “è nata come un’operazione amichevole” e che “non abbiamo alcuna intenzione di trasformarla in una manovra ostile”.

“La ripartizione delle funzioni tra Milano e Verona doveva ancora essere valutata nei dettagli. La struttura dell’operazione è stata sempre basata sull’idea di avere due poli manageriali di eguale equilibrio, Milano e Verona, con i consigli e le assemblee degli azionisti che si sarebbero tenuti in modo alternato nelle due città”, ha poi spiegato il manager.

Intorno alle 10:15 a Piazza Affari il titolo segna un ribasso dello 0,6% a 5,28 euro, mentre l’indice di settore sale dello 0,1 per cento.