Alcuni soci di Cattolica hanno impugnato al Tribunale di Venezia la delibera assembleare dello scorso 27 giugno con la quale è stata conferita la delega al cda per l’aumento di capitale da 500 milioni con esclusione del diritto d’opzione.
Lo si apprende da Radiocor, secondo cui con questa mossa si punta a ottenere una sospensiva dell’efficacia della delibera al fine di verificarne legittimità della stessa, prima che ne sia data esecuzione il prossimo 31 luglio, rendendola così non più impugnabile.
Coloro che hanno chiesto l’impugnazione sostengono che non sia stata fornita un’appropriata informativa ai soci in sede assembleare e che il voto è stato impattato dalla tardiva e scarsa comunicazione data ai soci, con il diritto di opzione è stato limitato senza esporne le ragioni, snaturando in tal modo l’identità della cooperativa.
“Informazioni di estremo rilievo (il progetto di partnership con Generali) sono pervenute solo dopo il termine per il voto in assemblea, fissato al 24 giugno”, si legge nell’atto di impugnazione della delibera.
Intorno alle 15:00 a Piazza Affari il titolo sale dell’1,8% a 5,41 euro, mentre l’indice di settore guadagna l’1,1 per cento.