“Anche considerando il riconoscimento del corrispettivo in denaro, viene confermato per il gruppo risultante dall’operazione un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier1 ratio a regime pro-forma atteso superiore al 13% nel 2021.
Viene altresì confermato quanto riportato con riferimento all’accrescimento dell’utile per azione stimato in circa il 6% rispetto all’utile per azione 2019 di Intesa Sanpaolo, all’utile netto atteso non inferiore a 5 miliardi nel 2022 e alla politica di dividendi che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un pay-out ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 (escludendo dall’utile l’apporto del goodwill negativo non allocato alla copertura degli oneri di integrazione e alla riduzione del profilo di rischio) e al 70% per l’esercizio 2021”.
Lo si legge nella nota emessa da Intesa Sanpaolo dopo la decisione di alzare il corrispettivo unitario relativo all’Ops promossa su Ubi Banca con una componente cash da 0,57 euro. Numeri ribaditi anche dal Ceo Carlo Messina.
Il cda di Intesa Sanpaolo è giunto all’aumento del corrispettivo anche sulla base di valutazioni aggiornate col supporto del proprio advisor finanziario.
In particolare, l’aggiornamento delle valutazioni è stato effettuato al fine di tenere in considerazione i dati più recenti di mercato per riflettere il mutato contesto macroeconomico a seguito della pandemia da Covid-19 e la situazione economico-patrimoniale e finanziaria di Intesa Sanpaolo e di Ubi Banca al 31 marzo 2020.
Sono stati poi presi in considerazione il piano industriale aggiornato pubblicato in data 3 luglio 2020 da parte di Ubi Banca e gli effetti economici, patrimoniali e finanziari in relazione alla creazione di valore sia nello scenario base (partecipazione complessiva nel capitale sociale di Ubi Banca pari al 50%+1 azione senza fusione) sia nello scenario teorico (partecipazione complessiva nel capitale sociale di UBI Banca pari al 100% con fusione).
Il cda ha poi calcolato, al solo scopo illustrativo, il rapporto di cambio implicito, che rappresenta il numero di azioni di Intesa Sanpaolo di nuova emissione necessarie per ottenere la valorizzazione del concambio alla data di valutazione prescelta.
Il rapporto di cambio implicito è quindi “pari a 2,019 alla data di aggiornamento della valutazione ed è calcolato come il rapporto tra il corrispettivo (pari a 3,605 euro, ovvero pari alla somma della valorizzazione del prezzo ufficiale del titolo Intesa Sanpaolo alla data del 7 luglio 2020, pari a 1,785 per azione, moltiplicato il rapporto di cambio di 1,7, a cui aggiungere la parte cash di 0,57 euro) e il prezzo ufficiale delle azioni di Intesa Sanpaolo alla stessa data”.