La BCE avrebbe richiesto a Mps di procedere con un aumento di capitale da 700 milioni per poter concedere l’ok al progetto di scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di AMCO.
Le indiscrezioni vengono riportate da La Repubblica. La creazione di una bad bank in cui far confluire suddetti crediti deteriorati e da destinare poi ad AMCO, approvata dal cda a fine giugno, consentirebbe all’Npe ratio lordo di ridursi significativamente al 4,3 per cento.
Il giornale aggiunge che il Tesoro, primo azionista della banca con il 68,2%, dovrebbe prendersi l’impegno a iniettare i 700 milioni già il prossimo 30 luglio. L’istituto senese ha spiegato che, a fronte della scissione degli Npe, il Cet1 sarebbe sceso dal 12,7% all’11,1 per cento.
L’operazione ha già ricevuto il via libera informale della Commissione Europea e la banca è in attesa, appunto, del via libera della BCE.
La scissione di parte dei crediti deteriorati agevolerebbe il percorso di exit del Tesoro dal capitale. Nei giorni scorsi il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato le tempistiche di uscita entro fine 2021, come da accordi con le autorità europee, indicando in un’aggregazione l’opzione più probabile.
Il quotidiano, inoltre, riporta che un cda che potrebbe tenersi il prossimo 30 luglio potrebbe discutere di una potenziale azione di responsabilità nei confronti dell’ex management.
Intorno alle 09:20 a Piazza Affari il titolo cede il 3,1% a 1,81 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,5 per cento.