Tonfo per le azioni Intel nel pre-market Usa, dopo il rinvio di sei mesi della produzione dei microprocessori da 7 nanometri.
Prima dell’apertura, le quotazioni del colosso dei semiconduttori evidenziano un calo del 13,7% in area 52,1 dollari, nonostante i risultati sopra le attese del secondo trimestre.
Tuttavia, l’ennesimo ritardo nel rollout degli innovativi chip a 7 nanometri ha affossato il titolo, poiché rischia di estendere lo svantaggio competitivo di Intel nei confronti dei rivali come Advanced Micro Devices, che avanza del 6,8% nel premarket.
La principale conseguenza del rinvio, infatti, è che i primi prodotti consumer a 7 nanometri saranno lanciati tra il 2022 e il 2023, costringendo l’azienda ad affidarsi per altri due anni al processo produttivo a 10 nanometri oppure ad acquistare chip da terze parti.
Diversi analisti hanno abbassato il rating su Intel, tra cui Deutsche Bank (da buy a hold, con prezzo obiettivo tagliato da 70 a 60 dollari), Bernstein (da market performa a outperform, target price abbassato da 55 a 45 dollari), Exane BNP Paribas (da outperform a market perform, tp da 65 a 47 dollari) e Barclays (da equalweight a underweight, tp da 58 a 48 euro).
La panoramica dei giudizi raccolti da Bloomberg evidenzia ora 14 buy, 21 hold e 9 sell, con un prezzo obiettivo medio (calcolato su 37 dei 46 studi) di 60,11 dollari rispetto ai precedenti 65 dollari.