Il cda di Ubi Banca, riunitosi ieri per esaminare il supplemento al prospetto informativo pubblicato da Intesa Sanpaolo il 21 luglio 2020 a seguito della diffusione del comunicato di aumento del corrispettivo relativo all’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) promossa sulla totalità delle azioni della banca, avvenuta lo scorso 17 luglio, ha approvato l’aggiornamento del Comunicato dell’Emittente.
In sintesi, riporta la nota nota emessa dall’istituto, “il cda di Ubi Banca ritiene che, nonostante il riconoscimento della componente in denaro, l’offerta non riconosca appieno il valore complessivo di Ubi Banca”.
La nota poi prosegue: “Gli elementi di novità emersi dall’analisi del comunicato di aumento del corrispettivo e del supplemento al prospetto e rappresentati esclusivamente dal rilascio dell’autorizzazione Antitrust e dalla previsione della componente in denaro, non sono tali da far superare tutte le considerazioni conclusive espresse dal cda di Ubi Banca nel Comunicato dell’Emittente”.
In particolare, continua la nota, “si osserva quanto segue:
- Il corrispettivo incrementato esprime una valorizzazione di Ubi Banca che ancora non riflette il suo reale valore e non riconosce agli azionisti di Ubi Banca il contributo apportato al valore complessivo della combined entity e un adeguato valore delle sinergie prospettate da Intesa Sanpaolo.
- L’offerta continua a porre a carico degli azionisti di Ubi Banca gran parte dei rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’operazione definiti da Intesa Sanpaolo. Il corrispettivo incrementato, seppur aumentato attraverso la componente in denaro, non remunera adeguatamente tali rischi, persistendo, inoltre, un’allocazione del valore e delle sinergie sfavorevole agli azionisti di Ubi Banca attesa l’invarianza della componente in azioni Intesa Sanpaolo.
- Inoltre, le valutazioni condotte con il supporto degli advisor finanziari evidenziano che il corrispettivo incrementato esprime, al 21 luglio 2020, un concambio implicito pari a 2x, ancora inferiore sia alla media e sia alla mediana dei concambi risultanti dall’applicazione delle metodologie utilizzate dal cda pari, rispettivamente, a 2,40x e 2,27x. D’altra parte, la valorizzazione implicita nella mediana dei concambi indicata nel Comunicato dell’Emittente faceva emergere una differenza pari a 1,1 miliardi (senza considerare il limitato riconoscimento agli azionisti di UBI Banca delle sinergie prospettate da Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’operazione). Tale differenza risulta solo parzialmente colmata dalla componente in denaro, pari a massimi 652 milioni circa.
- L’autorizzazione Antitrust dispone che, nel caso in cui Intesa Sanpaolo non riesca a dismettere sportelli di proprietà di Ubi Banca, Intesa Sanpaolo sarà obbligata a cedere sportelli di sua proprietà idonei a produrre nei mercati interessati effetti almeno equivalenti a quelli derivanti dalla cessione di sportelli Ubi Banca, con potenziali effetti negativi sul perseguimento delle prospettive di sviluppo reddituale sottese agli obiettivi strategici dell’operazione”.