“Generali è la scelta migliore per Cattolica sia dal punto di vista finanziario sia industriale. I tempi, dopo l’intervento dell’authority, erano strettissimi, con l’impegno di presentare all’IVASS il piano entro il 25 luglio”.
Lo ha affermato in un’intervista a MF Carlo Ferraresi, Dg di Cattolica, parlando del recente accordo che consentirà a Generali di entrare nel capitale della compagnia veronese con una quota del 24,4% tramite un aumento di capitale riservato da 300 milioni e subordinatamente alla trasformazione in Spa, all’ordine del giorno dell’assemblea fissata per fine luglio.
“Un passaggio storico reso necessario dopo le richieste IVASS. Per crescere e per creare valore serve anche un più facile accesso ai capitali e solo la spa ti consente questa flessibilità”, ha commentato il manager.
Sempre a proposito dell’accordo con Generali, Ferraresi ha riportato che “l’intenzione, dopo l’assemblea del 31 luglio e l’aumento di capitale in autunno, è di ragionare anche su altri ambiti di attività con una partnership di lungo termine e gli accordi firmati a giugno fissano criteri che danno garanzie a Cattolica.
Gli accordi prevedono tutele per il mantenimento della legal entity della nostra compagnia, della sede a Verona, dei livelli occupazionali, e la valorizzazione della rete agenti. Oltre che del territorio”.
“La proposta di Generali è stata l’unica presentata e l’unica che ha previsto un premio, valutando le azioni di Cattolica a 5,55 euro rispetto alle quotazioni che, prima della firma, avevano toccato 3,5 euro, ha sottolineato Ferraresi, aggiungendo che “Vittoria aveva ipotizzato un’operazione a prezzi di mercato, con un forte e inevitabile sconto legato all’aumento di capitale. Ci sarebbe stata una pioggia di recessi, visto che in questo caso gli azionisti avrebbero potuto incassare 5,47 euro, bruciando l’aumento di capitale per pagare i recessi”.
Il manager, infine, ha spiegato che “tra aumento di capitale (da 500 milioni) e la gestione delle passività, con il ritiro di alcuni subordinati e l’emissione di altri, raggiungeremo un Solvency II di circa il 200%”.