Monnalisa – Espansione e trasformazione digitale per proseguire nello sviluppo 

Monnalisa si conferma una delle principali aziende nella produzione e distribuzione childrenswear di fascia alta. Obiettivo raggiunto grazie al percorso di crescita proseguito nel 2019 con l’apertura, in un contesto commerciale multicanale, di 14 nuovi punti vendita diretti in 9 Paesi portando a 48 i punti vendita diretti e una presenza in oltre 60 Paesi. Il tutto accompagnato da un importante processo di trasformazione digitale, proseguito nel 2020, con il rafforzamento della piattaforma e-commerce B2C e il lancio di nuovi componenti digital-oriented. Azioni che oltre a dare risultati positivi già da aprile, si sono dimostrate efficaci per affrontare le sfide dettate dall’emergenza coronavirus.

Modello di business

Monnalisa, fondata ad Arezzo nel 1968 da Piero Iacomoni, attuale presidente del board, e quotata sul mercato AIM Italia dal luglio 2018, è attiva nel settore del childrenswear di fascia alta.

Distribuisce in oltre 60 Paesi, sia in flagship store diretti che nei più prestigiosi department store del mondo e in più di 700 punti vendita multibrand.

All’offerta di grande qualità e di interessante contenuto moda, Monnalisa unisce investimenti significativi in ricerca e sviluppo, grande sensibilità sociale, conformità alla norma SA8000 e certificazione ambientale ISO 14001.

Ultimi avvenimenti

Monnalisa ha portato avanti anche a inizio 2020 il proprio piano di sviluppo con il taglio del nastro di uno spazio nella storica Galeries Lafayette di Parigi. Piano che aveva visto nel corso dell’esercizio 2019 l’avvio di 14 nuovi punti vendita diretti in 9 Paesi, con un saldo netto di 48 punti vendita diretti.

Tuttavia a marzo la società, in ottemperanza alla misure restrittive connesse all’emergenza Covid-19, ha chiuso temporaneamente gli showroom e le unità produttive, oltre a tutti i negozi diretti nel mondo, annunciando però nel contempo la riapertura dei negozi in Cina. Proseguite invece in modalità di smart working le attività, in particolare nelle aree amministrativo-finanziario, retail, commerciale, progettazione e programmazione della produzione.

Monnalisa si è inoltre attivata a sostegno dell’emergenza Covid-19 realizzando mascherine chirurgiche e donando le stesse a ospedale, all’amministrazione e alle forze dell’ordine locali.

Parallelamente ha portato avanti il processo di trasformazione digitale rafforzando la propria piattaforma e-commerce B2C e lanciando nuovi componenti digital-oriented, con risultati più che positivi già da aprile in termini di tassi di conversione (visitatori/numero transazioni) e scontrino medio.

Conto economico

Nel 2019 il gruppo Monnalisa ha realizzato vendite pari a 47,9 milioni rispetto ai 49,1 milioni dell’esercizio precedente.

L’Ebitda si è attestato a -3 milioni (-2,8 milioni a cambi costanti), rispetto ai 5,2 milioni del 2018, mentre su base adjusted risulta pari a 0,3 milioni (Ebitda adjusted 2018 a 7,3 milioni). Le rettifiche all’Ebitda sono relative ad aperture e chiusure di DOS effettuate nel corso dell’anno e ad alcuni costi one-off sostenuti nel periodo, in considerazione del fatto che – coerentemente con il piano industriale – sono state fatte molte aperture e altrettante chiusure in numero da considerarsi assolutamente “straordinario”.

L’Ebit è stato pari a -7,5 milioni (2,1 milioni al 31 dicembre 2018), mentre su base adjusted si è attestato a -2,9 milioni, inclusivo della valutazione prudenziale della posta avviamento della controllata americana.

Il risultato netto è stato negativo per 8,4 milioni (positivo per 1,3 milioni nel 2018) e su base adjusted è stato negativo per 2,5 milioni, anche a seguito dei già citati fattori non ricorrenti, inclusa la prudenziale eliminazione del credito per imposte anticipate sulle controllate brasiliana e cinese, alla luce della valutazione dell’impatto Covid-19 sulle stime future.

Breakdown ricavi

Dalla ripartizione del fatturato per canale distributivo si rileva, coerentemente con la strategia di crescita del gruppo, un incremento dei ricavi retail, saliti del 25,9% (+24% a cambi costanti) a 15,5 milioni, con una incidenza sul fatturato consolidato aumentata al 32,4% (25,1% nel 2018). Una dinamica che ha beneficiato dell’apertura di nuovi punti vendita diretti prevalentemente all’estero.

Sostanzialmente stabili invece i ricavi dell’e-commerce diretto a 1,5 milioni.

Per contro i ricavi wholesale sono diminuiti del 12,4% (-13% a cambi costanti) a 31 milioni (64,4% del totale), scontando principalmente l’interruzione del rapporto con l’importatore del Giappone, dove Monnalisa sta lavorando per avviare il canale retail in modo autonomo, e il passaggio a concession del cliente Harrods, incluso ora nel canale retail. 

Dalla ripartizione per area geografica emergono ricavi aumentati in Europa del 6,2% a 13 milioni (27,1% del totale) beneficiando del contributo positivo della controllata del Regno Unito.

Diversamente, i ricavi realizzati in Italia sono diminuiti del 6,7% a 15,7 milioni (32,8% del totale) in quanto l’aumento registrato dal canale retail non è stato sufficiente a compensare il decremento del canale multi-marca indipendente.

Nel Resto del Mondo, l’andamento delle vendite dei negozi comparabili ha subito l’impatto negativo della riduzione delle vendite dei punti vendita di Hong Kong a seguito alle gravi turbolenze sociali del secondo semestre. 

Stato patrimoniale

Nel 2019 Monnalisa registra un indebitamento finanziario netto consolidato di 3,4 milioni rispetto a una liquidità netta di 2,5 milioni di fine 2018, anche in conseguenza dell’attività di investimento, che ha assorbito risorse finanziarie per circa 3,7 milioni, di cui 2 milioni per lo sviluppo del canale retail. Gli investimenti residui hanno riguardato il completamento degli uffici del nuovo stabile e la realizzazione del nuovo showroom ad Arezzo.

A fine 2019 il Gruppo ha un patrimonio netto di 38,9 milioni. 

Ratio

Il quoziente di indebitamento, non significativo nel 2018 per la presenza di liquidità netta, nel 2019 cifra in 0,09x, rispetto a 0,28x del 2017, un valore comunque particolarmente contenuto.

Nel 2019 non significativa la capacità di rimborso del debito in presenza di un Ebitda negativo, mentre nel 2018 beneficiava di una posizione finanziaria netta positiva.

In progressivo calo invece il ritorno per gli azionisti, passato dal 7,7% del 2017 al 2,7% del 2018, mentre nel 2019 non è significativo a seguito di un risultato netto negativo. 

Outlook

In occasione della diffusione dei dati annuali 2019, Monnalisa, nonostante la visibilità sull’impatto del lockdown sulle vendite dell’anno fosse ancora limitata, prevede che l’esercizio 2020 possa subire una forte contrazione dei ricavi (come in generale per il settore in cui il gruppo opera), attendendosi una riduzione anche post-riapertura dopo i quasi due mesi di interruzione di marzo e aprile.

Volgendo lo sguardo ai prossimi mesi e ai cambiamenti che l’emergenza Covid-19 inevitabilmente determinerà, in una recente intervista rilasciata a Market Insight, Christian Simoni, amministratore delegato di Monnalisa, ha affermato che dal 2019 la società ha “avviato un processo di digitalizzazione della nostra collezione, a servizio anche della campagna vendita. In questo momento è un primo step verso la virtualizzazione dell’esperienza di acquisto dei nostri buyer, che verrà integrata con presentazioni in remoto dei trend di collezione e contenuti multimediali”.

“Sulle sfilate virtuali ci confrontiamo internamente da circa due anni, con un po’ di ambivalenza perché i nostri scenografici fashion show in location di grande bellezza e con oltre 600 ospiti, sono stati un appuntamento fisso degli ultimi 20 anni di Pitti Immagine Bimbo”.

“Questa emergenza”, sottolinea il Ceo,“ha quindi accelerato la valutazione di un modo diverso per dare visibilità ai nostri outfit, rendendola più concreta e perseguibile”.

In uno studio dello scorso 22 maggio Corporate Family Office stima per fine 2022 ricavi consolidati a 52,6 milioni, con un Cagr 2019-22 del 3,2%.

L’Ebitda ajusted e l’Ebit sono attesi in forte miglioramento a 6,4 e 2,4 milioni rispetto agli 0,3 milioni e ai -7,6 milioni del 2019 mentre l’utile netto adjusted è previsto a 1,9 milioni (perdita di 2,5 milioni nel 2019).

Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto dovrebbe salire quest’anno per poi scendere nel 2021 e ulteriormente nel 2022 fino ad attestarsi a 4,3 milioni (Cagr 2019-22 +8,1%). 

Borsa 

Il titolo Monnalisa, nelle scorse settimane, ha fortemente risentito degli effetti dell’emergenza coronavirus, così come le altre quotazioni a Piazza Affari.

Le azioni del gruppo aretino trattano attualmente in area 2,8 euro ma le prospettive dovrebbero confermarsi positive per la società, forte di un piano di sviluppo proseguito nel 2019 con l’apertura di 14 nuovi punti vendita diretti, 10 dei quali nel solo periodo giugno-dicembre, unitamente alle potenzialità del processo di trasformazione digitale, già iniziato nel 2019 con il lancio della nuova piattaforma e-commerce B2C. Piattaforma ampliata con l’introduzione di nuovi componenti tecnologici che da aprile ha registrato risultati più che positivi.

Pertanto gli analisti di CFO Sim, pur confermando la raccomandazione neutral, assegnano al titolo un target price a 4 euro, prezzo che incorpora un upside potenziale di circa il 43% rispetto alla quotazione attuale.

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