L’istituto guidato da Gian Maria Mossa è riuscito a limitare il calo dei ricavi nel secondo trimestre 2020, nonostante gli effetti sui mercati finanziari e sull’economia dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione Covid-19. Le prospettive per i prossimi mesi restano positive e i target sono confermati.
Banca Generali è riuscita a superare in modo positivo il secondo trimestre 2020 caratterizzato dall’impatto della diffusione del Covid-19 sull’economia e sui mercati finanziari. Il margine di intermediazione del periodo ha tenuto a 133,5 milioni, mentre l’utile netto è stato di 52,9 milioni.
Un andamento reso possibile dalla provata resilienza degli asset. L’istituto, grazie a una strategia d’investimento prudente e diversificata, è riuscito a registrare un recupero delle masse che a fine giugno hanno raggiunto i 68,9 miliardi, sostanzialmente in linea con i 69,0 miliardi di fine 2019 e in crescita del 10% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno.
Il consistente recupero registrato nel secondo trimestre dell’anno è legato sia ai flussi netti positivi sia alla performance che anche nel mese di luglio sta mostrando una tendenza positiva. La raccolta nei primi sei mesi di è attestata a 2,8 miliardi, guidata dai fondi della casa e dai prodotti wrapper assicurativi.
“Siamo molto orgogliosi del risultato del semestre per le dinamiche di crescita commerciale e qualità dei ricavi che hanno confermato il trend di diversificazione degli attivi” ha commentato Gian Maria Mossa, amministratore delegato e direttore generale di Banca Generali, che ha proseguito “In un momento straordinariamente difficile per le incertezze prima sanitarie e poi economiche, i nostri banker hanno saputo dimostrare le proprie competenze e il valore della professionalità registrando i migliori dati di crescita di raccolta da struttura esistente per la Banca. Rilevante il contributo di tutti i colleghi che hanno garantito in ogni momento la piena operatività e hanno portato avanti con dedizione i progetti strategici della Banca”.
Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici trimestrali di Banca Generali.
I risultati del secondo trimestre riflettono gli effetti della crisi dei mercati finanziari e la progressiva risalita da fine marzo.
Il margine di intermediazione si è attestato a 133,5 milioni, in leggera diminuzione (-4%) rispetto ai 139,1 milioni del secondo trimestre 2019. Il calo è legato alla contrazione delle commissioni nette attestatesi a 106,9 milioni (-10,4% a/a) dovuta alla significativa riduzione delle commissioni variabili (pari a19,8 milioni, – 44% a/a) a causa della dinamica dei mercati, mentre le commissioni ricorrenti sono leggermente aumentate (+3,0%) a 186,5 milioni. Hanno contribuito positivamente al risultato sia il margine d’interesse (22,2 milioni, +25% a/a) sia le commissioni nette ricorrenti (87,1 milioni, +4% a/a).
I costi operativi sono stati pari a 56,3 milioni (+10,9% a/a), tuttavia al netto del cambio di perimetro e delle donazioni Covid-19 l’incremento risulta pari al 2 per cento. La componente di costi ‘core’ nel periodo ha mostrato un andamento particolarmente contenuto (+1%) a conferma dell’efficienza e della scalabilità operativa della Banca.
Il risultato netto di gestione si è fissato a 77,2 milioni (-12,6% a/a).
L’utile netto è stato pari a 52,9 milioni (-20,2% a/a) grazie alla ripresa dei flussi commerciali verso la componente gestita e al mix di ricavi. Sul risultato complessivo ha avuto un impatto, oltre al calo delle commissioni variabili, anche l’incremento della tassazione (passata dal 17,2% al 21,5%) con un incremento delle imposte del 5,8% a 14,5 milioni, mentre gli altri accantonamenti sono saliti del 16,8% a 9,8 milioni.