Saipem ha chiuso il primo semestre 2020 con ricavi in calo del 18,7% a 3.675 milioni, registrando in tutte le divisioni un rallentamento dei progetti a causa degli effetti della pandemia e dallo slittamento di alcune attività concordato con i clienti.
L’Ebitda adjusted è diminuito del 41,4% a 355 milioni con un’incidenza sul fatturato al 9,7% (-380 basis point), mentre l’Ebit adjusted ha segnato un -86,4% a 42 milioni, con un margine sceso all’1,1% (-570 basis point).
Il periodo si è chiuso con una perdita netta adjusted pari a 132 milioni rispetto all’utile di 60 milioni del primo semestre 2019, con il peggioramento della gestione operativa parzialmente mitigata dalla variazione positiva di 74 milioni generata principalmente dal miglioramento del saldo della gestione delle partecipazioni e del risultato di terzi.
Il risultato netto registra una perdita di 885 milioni (utile di 14 milioni nel semestre trimestre del 2019) e sconta rispetto al risultato netto adjusted svalutazioni di immobilizzazioni materiali della divisione Drilling Offshore per 590 milioni derivanti quasi interamente dal test di impairment, svalutazione di immobilizzazioni materiali e relativo circolante, nonché del diritto d’uso di un bene di terzi per 99 milioni, sopravvenienze passive per circa 20 milioni e oneri derivanti dall’emergenza sanitaria per 44 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto post IFRS 16 è aumentato a 1.360 milioni (901 milioni escludendo l’impatto dell’IFRS 16) da 1.082 milioni al 31 dicembre 2019, dopo investimenti tecnici per 195 milioni e un free cash flow negativo per 330 milioni.
Gli ordini acquisiti nel semestre ammontano a 4.837 milioni, rispetto ai 9.537 milioni del pari periodo 2019, pari a 1,3 volte i ricavi. Il portafoglio ordini al 30 giugno 2020 ammonta a 22.245 milioni (5.480 milioni nell’Engineering & Construction Offshore, 14.573 milioni nell’Engineering & Construction Onshore, 516 milioni nel Drilling Offshore e 1.676 milioni nel Drilling Onshore), di cui 3.306 milioni da realizzarsi nel 2020.
Da segnalare che oltre il 70% del backlog riguarda progetti E&C non legati al petrolio. Il portafoglio ordini comprensivo di società non consolidate ammonta a 25.537 milioni rispetto ai 24.778 milioni al 31 dicembre 2019.
Come si legge nella nota, lo scenario di mercato permane caratterizzato da forte incertezza sulle prospettive economico/finanziarie a causa dell’epidemia Covid-19, ancora in corso su scala globale, e delle incertezze sulla domanda di petrolio e gas e dei relativi servizi.
Come conseguenza, nel corso del periodo i piani di investimento delle Oil Companies sono stati sensibilmente ridimensionati. In un tale contesto, il 15 aprile 2020 il Consiglio di Amministrazione di Saipem ha deciso di ritirare la guidance annunciata al mercato a fine febbraio in occasione della presentazione dei risultati annuali 2019.
Pur essendo l’esercizio in corso ancora impattato dalla pandemia, il portafoglio ordini da eseguirsi nella seconda parte dell’anno garantirà il mantenimento nel secondo semestre dei medesimi volumi raggiunti nel primo.
Le iniziative di efficienza sui costi di struttura ed operativi, attese per circa 190 milioni nel 2020, sono previste supportare il margine EBITDA adjusted di gruppo nella seconda parte dell’anno che potrà raggiungere il livello del primo semestre. A ciò si aggiunge la riprogrammazione di investimenti tecnici, in diminuzione di oltre 200 milioni rispetto alle previsioni di inizio anno.