Generali – Risultato operativo stabile a 2.714 mln nel 1H 2020

Generali ha chiuso il primo semestre 2020 con premi lordi per 36.478 milioni (+1,2% a/a). Il risultato operativo è rimasto stabile a 2.714 milioni (-0,4% su base annua), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo è sceso a 774 milioni (-56,7% rispetto al primo semestre 2019), scontando soprattutto gli impatti legati alla pandemia da Covid-19.

“Il primo semestre conferma la validità della strategia, la solidità del modello di business e l’eccellenza tecnica di Generali, in un contesto che non ha precedenti. Il gruppo ha affrontato questo momento accelerando l’innovazione e la trasformazione digitale del business e del modello operativo, continuando a eseguire in maniera disciplinata ed efficace la strategia Generali 2021 e a perseguire una crescita sostenibile”.

È con queste parole che Philippe Donnet, Group Ceo di Generali, ha commentato i risultati del primo semestre 2020.

La raccolta premi lordi si è fissata a 36.478 milioni (+1,2% rispetto al periodo di confronto), grazie al contributo positivo delle componenti core.

Il ramo vita ha registrato premi per 24.645 milioni (+1,3% rispetto al primo semestre 2019), riflettendo il calo dei prodotti risparmio (-11,1%) e delle linee puro rischio e malattia (-0,7%), compensato dalla crescita dei prodotti unit-linked (+35,8%)

Il ramo danni ha riportato premi pari a 11.833 milioni (+0,9% a/a), con l’aumento che è stato supportato dal ramo non auto (+1,7%), a fronte di una flessione del segmento auto (-0,5%). Il Combined ratio è sceso all’89,5% (-2,3% p.p. rispetto al periodo di confronto), grazie alla contrazione della sinistralità corrente non catastrofale osservato nel comparto auto, anche a seguito degli effetti del lockdown.

Il risultato operativo si è fissato a 2.714 milioni (in linea con il periodo di confronto). Il risultato operativo del ramo danni è salito a 1.302 milioni (+16,2% a/a), mentre nel segmento vita è sceso a 1.369 milioni (-15% rispetto al primo semestre 2019). Si segnala il positivo contributo della nuova acquisizione di Seguradoras Unidas in Portogallo (56 milioni).

L’asset management ha apportato 219 milioni (+17,9% a/a), principalmente a seguito dell’aumento dei ricavi operativi a 421 milioni (+16,8% su base annua) grazie al crescente
contributo della piattaforma multi-boutique

Le masse si fissano a 623,2 miliardi (-1,1% rispetto a fine 2019), al cui interno quelle di terzi scendono a 156,1 miliardi (-3,5% rispetto al 31 dicembre 2019),  riflettendo la situazione dei mercati finanziari nonché le uscite registrate su alcuni portafogli nella prima parte dell’anno.

Il periodo si è chiuso con un utile netto di pertinenza del gruppo di 774 milioni (-56,7% a/a),  risentendo di 226 milioni legati a svalutazioni nette su investimenti derivanti dall’andamento dei mercati finanziari, di 183 milioni per la conclusione dell’arbitrato sulla cessione di BSI e del contributo di 100 milioni per il Fondo Straordinario Internazionale per
l’emergenza da pandemia.

L’utile netto normalizzato, che non comprende l’impatto delle plusvalenze e minusvalenze
derivanti dalle dismissioni pari a € -183 milioni per l’accordo transattivo con BTG Pactual che pone fine all’arbitrato per la cessione di BSI (479 milioni nel primo semestre relativi alla cessione di Generali Leben e delle attività belghe) è ammontato a 957 milioni (1.310 milioni nei primi sei mesi del 2019).

Escludendo inoltre l’onere one-off del Fondo Straordinario Internazionale per il Covid-19, l’utile netto normalizzato è stato pari a 1.032 milioni (-21,2% a/a).

Dal lato patrimoniale, a fine marzo il patrimonio netto consolidato di pertinenza del gruppo scende a 26.143 milioni (28.360 milioni al 31 dicembre 2019), scontando la diminuzione
della riserva per utili attribuibili alle attività finanziarie disponibili per la vendita per 1.133 milioni, derivante principalmente dall’andamento dei titoli obbligazionari, nonché alla contabilizzazione del dividendo per complessivi 1.513 milioni.

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 giugno 2020 il Regulatory Solvency ratio è pari al 194% (224% a fine 2019), risentendo soprattutto degli effetti negativi delle varianze di mercato legate al diffondersi del Covid-19.