Prysmian ha chiuso il primo il semestre 2020 con ricavi pari a 4.985 milioni (variazione organica -11,8%), con la pandemia che ha colpito particolarmente il settore Trade & Installers (-16,3%) dopo un buon avvio di anno.
Resiliente invece il business della Power Distribution, mentre l’Energy & Infrastructure ha registrato una performance positiva trainata dall’eolico onshore in Nord America. Tiene anche il business Industrial e Network Components, nonostante la sofferenza dell’automotive (-1,1% organico escludendo l’automotive).
L’Ebitda Adjusted ha registrato un calo del 19,5% a 419 milioni, con la relativa marginalità in leggera flessione di 50 punti base al 8,4%, beneficiando anche delle azioni di contenimento dei costi.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si esprime in 2.516 milioni (2.140 milioni al 31 dicembre 2019).
Prosegue inoltre il processo di transizione energetica, con Prysmian Powerlink protagonista. Il tutto mentre il backlog ha raggiunto il record di 3,8 miliardi, grazie all’aggiudicazione di circa il 50% dei German Corridors.
Infine, il gruppo ha rilasciato la guidance per l’intero 2020, che evidenzia un Ebitda Adjusted tra 800 e 850 milioni e il FCF nel range tra 200 e 300 milioni.
(segue approfondimento)