Fincantieri ha chiuso un primo semestre 2020 debole, come conseguenza della sospensione delle attività nei cantieri e negli stabilimenti italiani del gruppo, che ha inciso sui ricavi per circa 790 milioni, a causa dello slittamento dei programmi produttivi.
Nel dettaglio, il fatturato è diminuito del 15,6% a 2.369 milioni, scontando anche l’impatto negativo per 39 milioni derivante dalla conversione in euro dei ricavi denominati in corone norvegesi e dollari.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda è diminuito del 47,6% a 119 milioni con una marginalità al 5% (-310 punti base), risentendo della riduzione dei volumi e della perdita di produttività causata dalla chiusura dei cantieri italiani, nonché della mancata contribuzione per 65 milioni a seguito dello slittamento di alcune commesse navali. La controllata Vard ha invece chiuso il periodo con un Ebitda in sostanziale pareggio, grazie agli effetti del processo di ristrutturazione avviato negli ultimi anni.
L’Ebit ha segnato un -64% a 54 milioni, con un’incidenza sul fatturato scesa al 2,3% (-310 punti base), nonostante una minor incidenza degli ammortamenti legata all’imputazione ad oneri estranei alla gestione caratteristica degli ammortamenti relativi al periodo di fermo produttivo.
Infine, il semestre si è chiuso con una perdita netta adjusted di 29 milioni, rispetto all’utile di 47 milioni al 30 giugno 2019.
Per effetto anche di proventi e oneri estranei alla gestione corrente e non ricorrenti negativi per 139 milioni (contro 27 milioni nel 1H 2019), il risultato di periodo è negativo di 137 milioni, rispetto all’utile di 12 milioni, mentre il risultato di pertinenza del gruppo è negativo per 135 milioni, contro 16 milioni di utile nel primo semestre 2019.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto consolidato al 30 giugno 2020, che non comprende i construction loans (1.001 milioni, in aumento di 190 milioni nel semestre) è salito a 980 milioni, rispetto ai 736 milioni al 31 dicembre 2019, per effetto dell’incremento del fabbisogno finanziario solo parzialmente attenuato dalla riduzione dei volumi produttivi.
Nel periodo sono stati raccolti nuovi ordini per 1.723 milioni, in calo rispetto ai 6.627 milioni del corrispondente periodo 2019, che aveva però registrato un livello record di nuovi ordini. Il book-to-bill è quindi pari a 0,7x (2,3x nel 1H 19).
Il carico complessivo di lavoro al 30 giugno 2020 è pari a 37,9 miliardi, di cui 28,0 miliardi di backlog ,9,9 miliardi di soft backlog, con uno sviluppo delle commesse in portafoglio previsto fino al 2027. Nel complesso, il backlog ed il carico di lavoro complessivo garantiscono rispettivamente circa 4,8 e 6,5 anni di lavoro se rapportati ai ricavi sviluppati nell’esercizio 2019.
A livello di business, dal carico di lavoro complessivo, dedotti i consolidamenti, emerge che il settore Shipbuilding pesa per il 94% (in linea con il primo semestre 2019), il settore Offshore e Navi speciali pesa per il 3% (invariato) e il settore Sistemi, Componenti e Servizi il 7% (5% nel 2019).
Prosegue inoltre la strategia di diversificazione di business e commerciale, con lo sviluppo attraverso diverse divisioni e società del gruppo, dei business delle infrastrutture dell’elettronica, della cyber security, della complete accomodation per il settore delle navi da crociera, e dei servizi post-vendita.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, la società prevede che i volumi nei cantieri italiani possano tornare a livelli pre-pandemia nel secondo semestre dell’anno. Inoltre, nelle ultime settimane le principali società armatrici hanno univocamente manifestato l’intenzione di non cancellare nessun ordine.
Infine, Fincantieri informa che il primo industriale 2020-24 sarà finalizzato non appena sarà possibile definire in maniera più precisa le conseguenze dell’emergenza Covid-19 sul settore di riferimento.