Andamento incerto per le borse europee e per i futures di Wall Street, in un clima appesantito dalla diffusione del Covid-19 e dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina.
A Milano il Ftse Mib viaggia sostanzialmente invariato (+0,1%) in area 19.100 punti. Flat anche il Ftse 100 di Londra, sopra la parità il Dax di Francoforte (+1,2%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%) mentre arretra l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%).
I derivati su Dow Jones e S&P500 scambiano in frazionale ribasso mentre per il Nasdaq si preannuncia una partenza leggermente positiva.
Spunti incoraggianti dall’agenda macroeconomica, con il Pmi manifatturiero cinese di luglio in rialzo per il terzo mese consecutivo (52,8 punti da 51,2 di giugno). In miglioramento anche gli indicatori relativi all’attività manifatturiera dell’area euro; il Pmi dell’eurozona (51,8 punti) torna a crescere dopo un anno e mezzo in scia alla ripresa della produzione e della domanda legata all’allentamento dei lockdown. In programma nel pomeriggio gli omologhi dati relativi agli Usa.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni connesse alla pandemia, che sta costringendo alla reintroduzione di parziali lockdown in alcuni Stati e rischia di rallentare la ripresa dell’economia.
A ciò si aggiungono le tensioni tra Washington e Pechino, con la Casa Bianca pronta a varare nuove misure contro diverse società di software cinesi, accusate di costituire una minaccia per la sicurezza nazionale.
Intanto sul Forex l’euro/dollaro arretra a 1,175, mentre il cambio tra biglietto verde e yen risale si attesta a 105,7, in attesa degli interventi di diversi esponenti della Federal Reserve.
Tra le materie prime perdono terreno le quotazioni del greggio con il Brent (-1%) a 43,1 dollari e il Wti (-1,3%) a 39,8 dollari, mentre l’oro si mantiene in prossimità dei massimi storici in area 1.973 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si amplia a 156 punti base, con il rendimento del decennale italiano in risalita all’1,04%.
Tornando a Piazza Affari, tra le big cap gli acquisti premiano soprattutto FinecoBank (+2,6%) dopo la semestrale pubblicata venerdì e Ubi (+2,2%) in attesa del Cda sui conti. In ribasso invece Mediobanca (-4,1%) ed Hera (-3,3%).