Poste Italiane ha archiviato il primo semestre 2020 con ricavi in calo a 5.083 milioni (-7,9% a/a). Il risultato operativo è sceso a 766 milioni (-29,1% su base annua) e l’utile netto a 546 milioni (-28,4% rispetto al primo semestre 2019).
“Il primo semestre dell’anno è stato un momento decisivo nella storia del Paese e
dell’azienda. I ricavi sono stati penalizzati dal forte calo della corrispondenza, mitigato dal record di pacchi B2C consegnati, anche grazie al Joint Delivery Model pienamente completato e al nostro centro di smistamento automatizzato all’avanguardia di Bologna.
Stiamo assistendo ad una ripresa sempre più consistente dei ricavi e, come previsto, abbiamo pagato il dividendo 2019. Manteniamo invariata la nostra strategia di dividendo in vista dell’aggiornamento di “Deliver 2022″ previsto nel quarto trimestre”.
È con queste parole che Matteo Del Fante, Ceo di Poste Italiane, ha commentato i risultati del primo semestre 2020.
I ricavi totali si sono fissati a a 5.083 milioni (-7,9% a/a), scontando gli impatti del lockdown legato all’emergenza da Covid-19.
Il settore dei servizi finanziari ha registrato un giro d’affari in calo a 2.535 milioni (-4,8% su base annua; -9,2% a 1.071 milioni nel secondo trimestre), con il lockdown che ha impattato in modo importante le attività di consulenza sul risparmio postale, prodotti assicurativi, fondi comuni e distribuzione di prestiti personali e mutui, con il conseguente calo delle relative commissioni.
I ricavi generati dai servizi postali e commerciali sono scesi a 1.472 milioni (-16,1% rispetto al primo semestre 2019; -19,9% a 701 milioni nel secondo trimestre), con il contributo positivo del comparto pacchi che ha solo in parte compensato il calo della corrispondenza.
Il settore assicurativo ha registrato una raccolta premi netta in diminuzione a 739 milioni (-7% rispetto al periodo di confronto; -16,2% a 384 milioni nel secondo trimestre); andamento che ha risentito del calo sia ramo vita che del segmento danni.
I ricavi riferiti ai pagamenti digitali hanno toccato 337 milioni (+10,1% a/a; +3,5% a 172 milioni nel secondo trimestre), sostenuti dall’aumento del numero dei pagamenti con le carte e dei volumi delle transazioni con carte, nonché dalla crescita dei ricavi delle telecomunicazioni.
I costi operativi sono scesi a 4.317 milioni (-2,7% rispetto ai primi sei mesi del 2019; -9,6% a 2.000 milioni nel secondo trimestre), grazie alle azioni di efficienza strutturale poste in essere.
L’Ebit, pertanto, è diminuito a 766 milioni (-29,1% rispetto al primo semestre 2019; -29,9% a 325 milioni nel secondo trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’Ebit sarebbe stato pari a 531 milioni (-35,6% su base annua; -32,4% a 320 milioni nel secondo trimestre).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 546 milioni (-28,4% rispetto al primo semestre 2019; -26,2% a 239 milioni nel secondo trimestre). Al netto delle componenti one-off, l’utile netto sarebbe stato pari a 399 milioni (-31% su base annua; -22,7% a 256 milioni nel secondo trimestre).
A fine marzo, il totale delle masse gestite/amministrate dal gruppo ammonta a 548 miliardi (+12,2 miliardi rispetto al 31 dicembre 2019), a seguito di una maggiore raccolta netta totale pari a 9 miliardi, distribuita su tutte le classi di prodotto, e di un effetto positivo sui valori di mercato degli attivi pari a 3,3 miliardi.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta consolidata al 31 marzo 2019 è positiva per 3.141 milioni (liquidità netta di 5.667 milioni a fine 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 marzo 2020 il Solvency II del gruppo Poste Vita si attesta al 216% (276% al 31 dicembre 2019).
L’emergenza sanitaria in corso, legata alla diffusione del coronavirus, ad oggi non rende ancora possibile delineare con precisione quella che sarà la “nuova normalità”; ciò rende prematuro effettuare realistiche previsioni sull’evoluzione economica e finanziaria del gruppo nel corso del 2020.