Intesa SP – Confermati i risultati dell’Opas su Ubi, adesioni pari al 90,2%

Confermati i risultati dell’Opas promossa da Intesa Sanpaolo sul capitale di Ubi. Sulla base dei risultati definitivi, risultano portate in adesione all’offerta (incluse quelle portate in adesione attraverso il private placement) 1.031.958.027 azioni Ubi, pari a circa il 90,203% delle azioni oggetto dell’offerta e a circa il 90,184% del capitale di Ubi Banca.

Rispetto a quanto indicato nel comunicato sui risultati provvisori dell’Offerta (e del private placement) diffuso in data 30 luglio 2020, si registra una variazione in aumento delle adesioni per 1.500 azioni Ubi.

Per effetto del regolamento dell’offerta (e del Private Placement) e sulla base delle azioni già possedute, Intesa Sanpaolo arriverà a detenere complessivamente 1.041.458.904 azioni Ubi, pari a circa il 91,0139% del capitale di Ubi.

Si segnala inoltre che sono complessivamente pervenute adesioni “con riserva” per 334.454
azioni Ubi da parte di 103 aderenti. Tali adesioni non sono state conteggiate ai fini della
determinazione delle percentuali di adesione all’offerta.

Sulla base dei risultati definitivi dell’offerta, Intesa Sanpaolo comunica che la condizione soglia percentuale, ossia la detenzione di una partecipazione complessiva pari ad almeno il 66,67% del capitale risulta avverata e che le altre condizioni di efficacia dell’offerta risultano avverate o, secondo i casi, rinunciate da Intesa Sanpaolo. Pertanto, l’offerta è efficace e può essere perfezionata.

Il corrispettivo dell’offerta, rappresentato da una parte in azioni pari a 1,7 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione, per ogni azione Ubi apportata all’Opas, in esecuzione dell’aumento di capitale al servizio dell’offerta, e da una parte in denaro pari a 0,57 euro, sarà corrisposto domani 5 agosto e il pagamento dell’importo in contanti della parte frazionaria entro il 19 agosto 2020.

Intesa Sanpaolo emetterà e assegnerà agli aderenti le azioni secondo il suddetto rapporto 1.754.328.645 nuove azioni, pari al 9,107% del capitale sociale di Intesa Sanpaolo a seguito dell’emissione di tali nuove azioni. Il corrispettivo totale in denaro è pari a 588,2 milioni.

Con riferimento alla condizione antitrust, e come già comunicato da Intesa Sanpaolo in data 17 luglio 2020, in tale data l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha autorizzato l’operazione di acquisizione del controllo di Ubi Banca subordinatamente all’esecuzione di cessioni strutturali in linea con quanto previsto nell’accordo con Bper e dagli impegni Intesa Sanpaolo, imponendo talune specifiche misure attuative in relazione alle predette cessioni di sportelli.

Tenuto conto di quanto precede e valutate le misure attuative indicate dall’AGCM, Intesa Sanpaolo ha fatto proprio quanto disposto dall’AGCM, ha ritenuto comunque verificata la condizione antitrust e in ogni caso, per quanto possa occorrere, ha rinunciato alla predetta condizione antitrust.

Poiché la partecipazione detenuta da Intesa Sanpaolo in Ubi è pari al 91,01% del capitale, si sono verificati i presupposti per l’obbligo di acquisto, avendo Intesa Sanpaolo già dichiarato che non intende porre in essere misure finalizzate a ripristinare le condizioni minime di flottante per un regolare andamento delle contrattazioni delle azioni ordinarie Ubi Banca.

Pertanto, Intesa Sanpaolo ha l’obbligo di acquistare dagli azionisti di Ubi che ne facciano richiesta le residue azioni ordinarie Ubi Banca, che ammontano nel complesso a massime 112.327.119 azioni e rappresentano il 9,8164% del capitale di Ubi.

Se a seguito della procedura di adempimento dell’obbligo di acquisto, Intesa Sanpaolo venga a detenere, per effetto dell’acquisto delle azioni residue per le quali siano presentate richieste di vendita e ogni ulteriore azione residua eventualmente acquisita al di fuori della citata proceduta, una partecipazione complessiva superiore o pari al 95% del capitale di Ubi, Intesa Sanpaolo eserciterà il diritto di acquisto sulle rimanenti azioni Ubi mediante apposita procedura congiunta che sarà concordata con Consob e Borsa Italiana, a cui seguirà il delisting.