Banca Ifis ha archiviato il primo semestre 2020 con un margine di intermediazione pari a 212,8 milioni (-23,8% a/a), risentendo degli impatti del Covid-19.
L’emergenza sanitaria Covid-19 ha portato ad un lockdown delle attività economico-produttive nei mesi di marzo ed aprile 2020. Questo ha generato una contrazione dei margini in tutti i settori ed in particolare in quelli dove l’operatività è legata al sistema giudiziario che hanno risentito della chiusura dei tribunali e quindi dell’impossibilità di procedere con le attività giudiziali di recupero dei propri crediti.
A ciò si aggiunge il fisiologico minor contributo del rilascio della PPA, il cui effetto nel primo semestre 2020, pari a 19,6 milioni, è sostanzialmente dimezzato rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente (37,5 milioni di euro); tale minore contributo è ulteriormente accentuato dalle estinzioni anticipate che sono avvenute nel corso del
2019.
Il margine di intermediazione del segmento Npl è sceso a 73 milioni (-41,8% su base annua), mentre quello relativo al settore Commercial e Corporate Banking è calato a 106,1 milioni (-11,5% rispetto al primo trimestre 2020). Il margine di intermediazione del settore Governance & Servizi e Non Core si è fissato a 33,7 milioni (-0,6 milioni rispetto al perido di confronto).
Il margine di interesse è diminuito a 170 milioni (-27,4% rispetto al periodo di confronto) e le commissioni nette a 39,8 milioni (-14,5% a/a).
Dopo oneri operativi saliti a 155,5 milioni (+11,6% su base annua), il risultato lordo di gestione si è fissato a 57,3 milioni (-59% rispetto al primo semestre 2019).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 36,8 milioni (-46,2% a/a), dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti scese a 33,3 milioni (-4,9% su base annua).
A livello patrimoniale, al 30 giugno 2020 i crediti verso la clientela si fissano a 8 miliardi (+5% rispetto a fine 2019), mentre la raccolta da clientela scende a 4,9 miliardi (-8% rispetto al 31 dicembre 2019).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno il CET1, senza considerare gli effetti del consolidamento nella controllante La Scogliera, si fissa al 15,45% (14,28% al 31 dicembre 2019).