Mps starebbe valutando l’emissione di un bond subordinato Tier2 da 200-300 milioni allo scopo di rafforzare la dotazione patrimoniale e adeguarsi alle richieste della BCE per l’ok al progetto di scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di AMCO, comunicata a giugno.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, il quale aggiunge che l’emissione, che dovrebbe avvenire tra settembre e ottobre, potrebbe essere accompagnata da garanzia pubblica oppure potrebbe essere parzialmente sottoscritta da parte del Tesoro, azionista di riferimento della banca con il 68,2% del capitale.
L’istituto avrebbe già contattato informalmente la stessa BCE, che secondo recenti indiscrezioni di stampa avrebbe chiesto un rafforzamento patrimoniale da 700 milioni per dare il proprio benestare all’operazione di de-risking, per un via libera preliminare all’operazione.
Alcuni rumor di stampa parlano di un intervento complessivo di ricapitalizzazione fino a 1,5 miliardi da parte del Governo a favore di Mps all’interno del cosiddetto “Decreto Agosto”.
Il tutto potrebbe essere discusso nel cda odierno, riunitosi per l’approvazione della semestrale.
La significativa operazione di de-risking agevolerebbe l’uscita del Tesoro dal capitale, fissata entro il 2021, come da accordi con le autorità europee. Il percorso più adatto per la privatizzazione sembra quello di una fusione con un altro istituto, con il mercato che guarda ad UniCredit, anche se il Ceo Jean Pierre Mustier anche stamane ha ribadito di non essere interessato a operazione di M&A.
Secondo quanto riporta MF, non verranno prese in considerazione le ipotesi di break-up e accelerated bookbuilding.
Intorno alle 12:40 il titolo guadagna il 2,5% a 1,58 euro, mentre l’indice di settore cede l’1,1 per cento.