Allianz e Silk Road, azionisti di minoranza della controllata Autostrade per l’Italia (Aspi), potrebbero esercitare un veto nei confronti di un aumento di capitale riservato a Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Dopo gli azionisti di Atlantia ora anche quelli di Aspi sono pronti a tutelare il loro investimento nella società infrastrutturale che, dal 2017 – quando Allianz e Silk Road sono entrate nel capitale rispettivamente con il 7% e 5% e Aspi era valutata circa 14,5 miliardi – a oggi ha perso molto del suo valore, anche alla luce del crollo del ponte Morandi e l’impatto del Covid sui flussi di traffico.
E Infatti, come riportato da MF, i tedeschi di Allianz e i cinesi di Silk Road avrebbero avviato una serie di verifiche da cui emergerebbe che Aspi non necessita di un aumento di capitale per un rafforzamento patrimoniale, ma che continuità aziendale e bancabilità sarebbero garantite con la conferma della concessione, anche tenendo conto del nuovo quadro tariffario e quindi del nuovo piano economico finanziario (in via di definizione).
Una posizione che porrebbe i soci di minoranza nella condizione di bloccare eventuali richieste di aumenti di capitale riservati, sfruttando il potere di veto garantito nello statuto della società infrastrutturale. Tanto più che in sede di ricapitalizzazione tedeschi e cinesi vedrebbero la loro partecipazione diluirsi.