Banco Bpm – Utile netto per 105,2 mln nel 1H 2020

Banco Bpm ha chiuso il primo semestre 2020 con un margine di intermediazione pari a 1.996,5 milioni (-4,7% a/a), accompagnato da un calo dei costi (-4,3% su base annua a 1.247,8 milioni), che hanno portano il risultato lordo di gestione a 747,8 milioni (-5,2% rispetto al primo semestre 2019). La diffusione del Covid-19 ha imposto rettifiche aggiuntive per 140 milioni, con l’utile netto che si è fissato a 105,2 milioni (603 milioni nei primi sei mesi del 2019).

Nel primo semestre 2020, nonostante la compromissione del quadro macroeconomico dovuta alla crisi sanitaria da Covid-19, Banco Bpm è riuscito a contrastare gli effetti negativi dell’emergenza, conseguendo, dato il contesto, risultati di rilievo.

Tali risultati sono stati raggiunti in parallelo al costante monitoraggio della qualità del
credito, che ha portato all’ulteriore diminuzione delle esposizioni non performing.

Il margine di intermediazione si è fissato a 1.996,5 milioni (-4,7% rispetto al periodo di confronto).

Il margine di interesse è stato pari a 953,6 milioni (-5,7% a/a), impattato negativamente dall’andamento dei tassi di interesse e dal minor contributo delle attività non commerciali, oltre a risentire del minor apporto derivante dai crediti non performing come conseguenza del piano di de-risking realizzato negli scorsi esercizi.

Le commissioni nette sono ammontate a 816,9 milioni (-8% su base annua), con la contrazione che è risulta generalizzata per tutte le componenti dell’aggregato (servizi di gestione, intermediazione e consulenza -8,2%; tenuta, gestione conti correnti e finanziamenti –5%; servizi di incasso e pagamento -13,5%) a seguito degli impatti sull’operatività conseguenti alle misure di lockdown.

Il risultato netto finanziario è salito a 124,1 milioni (+49,4% a/a), voce che include l’impatto positivo derivante dalla variazione del merito creditizio sulla valutazione dei certificates emessi per 40,6 milioni. Al netto di tale componente, la voce risulta sostanzialmente allineata ai primi sei mesi del 2019, in cui erano state rilevate plusvalenze, per complessivi 70,7 milioni, su titoli iscritti nel portafoglio delle attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value, di cui 59,8 milioni relative a Nexi,

Gli altri ricavi sono calati a 101,9 milioni (-8,6% rispetto al primo semestre 2019),  principalmente per la progressiva contrazione delle commissioni di istruttoria veloce (-40,9%) e per il minor apporto dei proventi per affitti (-14,6%), che risentono del processo di progressiva cessione degli immobili per investimento.

Nell’ambito di quest’ultimo aggregato l’apporto principale è fornito dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato. La voce include anche il contributo di 6,6 milioni relativo al secondo trimestre della collegata Anima Holding, valutata con il metodo del patrimonio netto a decorrere dal 1° aprile 2020.

Buono il controllo dei costi, scesi a 1.248,7 milioni (-4,3% su base annua). Nel dettaglio, le spese per il personale sono diminuite a 817 milioni (-3,2% rispetto al periodo di confronto), con il numero dei dipendenti calato a 21.852 risorse alla data del 30 giugno 2020, rispetto alle 1.941 risorse in organico a fine 2019.

Le altre spese operative si sono ridotte a 431,8 milioni (6,4% a/a), grazie al rigoroso controllo dei costi e nonostante i maggiori oneri derivanti dalla gestione dell’emergenza Covid-19.

Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 747,8 milioni (-5,2% rispetto al primo semestre 2019).

Le rettifiche nette su crediti sono cresciute a 476,2 milioni (+36,2% rispetto ai primi sei mesi del 2019). Tale importo comprende rettifiche su crediti performing per 111,2 milioni. L’impatto derivante dalla considerazione dello scenario macroeconomico post Covid-19 è stimato pari a circa 140 milioni.

Per tale effetto è risultato pari a 88 pb rispetto ai 66 pb del corrispondente periodo dello scorso esercizio. Al netto del suddetto impatto, il costo del credito si sarebbe attestato a 62 pb.

Il risultato netto di gestione si è quindi fissato a 271,6 milioni (-38,2% rispetto ai primo sei mesi del 2019).

Il periodi si è chiuso con un utile netto di 105,2 milioni (-82,5% a/a), dopo accantonamenti per 96,9 milioni, che includono oneri relativi al sistema bancario per 75,7 milioni (il primo semestre 2019 incorporava plusvalenze legate riorganizzazione del comparto del credito al consumo (189,5 milioni) e alla realizzazione della partnership con Credito Fondiario nella gestione delle attività di recupero dei crediti deteriorati (€ 142,7 milioni).

Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto è ammontato a 128,4 milioni (-57,3% rispetto ai 300,8 milioni del primo semestre 2019).

Dal lato patrimoniale, al 30 giugno 2020 i crediti netti verso la clientela ammontano a 108,4 miliardi (+2,4% rispetto a fine 2019). L’incremento è interamente riferibile alle esposizioni performing che crescono di 2,7 miliardi (+2,7%), con un volume di nuove erogazioni a famiglie e imprese pari a 12,420 miliardi, mentre le esposizioni non performing mostrano un’ulteriore riduzione rispetto a fine 2019 (-0,1 miliardi, -2,6%).

Le esposizioni nette deteriorate sono pari a 5,4 miliardi (-2,6% rispetto a fine 2019; grado di copertura al 45,1%), al cui interno le sofferenze nette sono pari a 1,5 miliardi (coverage ratio al 56,1%) e le inadempienze probabili nette a 3,7 miliardi (grado di copertura al 39,3%). L’Npe ratio netto risulta in diminuzione al 5% dal 5,2% di fine 2019.

La raccolta diretta ammonta a 114,4 miliardi (+5,1% rispetto al 31 dicembre 2019). Nel confronto con i dati di fine 2019 si registra un aumento di 5,3 miliardi dei conti correnti e depositi a vista della rete commerciale (+6%). Risulta in crescita anche il trend dei titoli obbligazionari emessi (+2,2%) a seguito della nuova emissione obbligazionaria senior non preferred realizzata nel periodo.

La raccolta indiretta al netto dei certificates a capitale protetto, è pari a 88,4 miliardi (-1,5% rispetto al 31 dicembre 2019), sostanzialmente per l’andamento negativo dei mercati. Nel secondo trimestre si osserva tuttavia un deciso recupero derivante sia dalla ripresa dei mercati sia dalla crescita delle masse.

La componente della raccolta gestita ammonta a 57,8 miliardi (sostanzialmente allineata a fine 2019), mentre la raccolta amministrata si attesta a 30,5 miliardi (-2,8% rispetto al 31 dicembre 2019), riferibile alla riduzione dei volumi, in recupero nel secondo trimestre 2020 (+8,6%).

Dal lato della solidità patrimoniale, a fine marzo il CET1 fully phased è pari al 13,3% (13% a fine 2019), mentre il CET1 phased si attesta al 14,7% (14,8% al 31 dicembre 2019).