GO INTERNET – Dopo un 2019 critico il vertice delinea un nuovo modello

GO Internet archivia il 2019 con ricavi in calo del 13% a 5,8 milioni mentre il deficit finale sale a 3,2 milioni (1,2 milioni nel 2018) penalizzati da un modello di business altamente capital intensive che oltretutto determina un debito finanziario netto di oltre 8 milioni. Scenario di fronte al quale il management ha messo a punto e approvato un nuovo Piano Industriale volto al rilancio con importante rivisitazione del modello di business e manovre di natura industriale e finanziaria.

Modello di business

GO internet è un internet service provider assegnatario dei diritti d’uso delle frequenze per sistemi Broadband Wireless Access (BWA) nella banda 3,5 GHz, autorizzato all’installazione e all’esercizio degli impianti di telecomunicazioni di quarta generazione (4G) mediante i protocolli WiMax/LTE e quinta generazione (5G) nelle Marche ed Emilia Romagna.

In particolare, la società utilizzando tecnologie wireless offre a famiglie e imprese servizi di connettività dati, connessione internet veloce e voce.Grazie all’accordo con Open Fiber, la società offre inoltre connessione in banda ultralarga fino a 1Gbps in modalità “FTTH”.

Ultimi Avvenimenti

In linea con gli obiettivi del nuovo piano industriale, la società umbra a inizio agosto ha sottoscritto un accordo vincolante per l’acquisto del 100% di X-Stream, operatore di telecomunicazioni specializzato nella fornitura alle imprese di servizi di connettività, fonia e unified communication con clientela concentrata in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto ma distribuita su tutto il territorio nazionale.

L’operazione prevede un corrispettivo complessivo provvisorio pari a 2,5 milioni da pagarsi integralmente al closing, fatto salvo il meccanismo di aggiustamento del prezzo.

A fine 2019 X-Stream, ha registrato un fatturato di circa 2,7 milioni con un Ebitda pari a 0,5 milioni e un utile d’esercizio poco superiore a 0,2 milioni. Positiva per 0,2 milioni la posizione finanziaria netta.

Conto Economico

Prosegue il negativo trend di Go Internet con risultati 2019 ancora in calo nonostante gli sforzi incentrati all’acquisizione di nuovi clienti. La flessione è principalmente riconducibile al mancato aggiornamento tecnologico delle infrastrutture FWA (Fixed Wireless Access) con particolare riguardo alle tecnologie WiMax, su cui si scontano tassi di disdetta superiori agli standard di mercato.

I ricavi segnano infatti una flessione del 13% a 5,8 milioni penalizzati da un modello di business altamente capital intensive con costi operativi prettamente fissi e non dipendenti dai volumi di vendite.

La negativa performance si è riverberata interamente sulla marginalità, con un Ebitda sceso a 1,6 milioni (2,6 milioni nel 2018) e una redditività al 28% dal 40% di fine 2018.

Quasi triplicato il deficit dell’Ebit a 3,6 milioni (1,2 milioni nel 2018) scontando maggiori ammortamenti (+33% a 4 milioni), connessi alla messa in esercizio di nuove stazioni radio base, alla capitalizzazione dei costi per la progettazione della rete, ma anche all’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16. Gli accantonamenti aumentano a 1,1 milioni (+30%) per interventi di carattere straordinario legati a crediti pregressi e alla svalutazione del valore di alcuni apparati in magazzino.

L’esercizio chiude con perdita salita a 3,2 milioni rispetto a 1,2 milioni di un anno prima.

Breakdown Ricavi

La composizione dei ricavi per tecnologia, mostra il calo del 15% a 5,4 milioni dei ricavi per servizi LTE e WiMax (94% del totale) influenzati prevalentemente dall’obsolescenza dei servizi su rete WiMax. Tale riduzione è solo in parte attenuata dalla crescita dei servizi FTTH, passati da 0,2 milioni a 0,3 milioni, pari al 6% del totale (3% nel 2018).

Abbandonata invece definitivamente la linea di business “reseller traffico telefonico” a causa della bassa marginalità e del notevole rischio di credito.

Dalla disanima dei ricavi per natura emerge il calo dei quelli da canoni (-8% a 4,8 milioni), rappresentativi del valore della base clienti della società, con un’incidenza tuttavia passata dall’80% all’84%. L’importanza di tale percentuale, spiega l’organo amministrativo, è legata al fatto che i ricavi per servizi a canone hanno caratteristica ricorrente e sono alimentati dalla costruzione di una solida base clienti in abbonamento che ne garantisce la costanza nel tempo.

Diminuiscono anche ricavi da contributi a circa 0,8 milioni (-8%) per i minori contributi di disattivazione rispetto al 2018, contestualmente si riducono notevolmente i ricavi da penali (da 506 mila a 158 mila euro) che nel 2018 avevano beneficiato, tra l’altro, di recuperi relativi ad anni precedenti.

Stato Patrimoniale

La struttura patrimoniale evidenzia un aumento del patrimonio netto, in virtù della ricapitalizzazione effettuata nel 2018 e 2019. Il patrimonio netto è infatti passato da 8,2 milioni del 2017 a 12,6 milioni del 2019.

Aumenta nel 2019 l’indebitamento finanziario netto a oltre 8 milioni (2,9 milioni nel 2018), per il flusso di cassa assorbito dalla gestione corrente e i 3 milioni di finanziamento stipulato in settembre, ma anche per l’applicazione dell’IFRS 16 per un importo pari a 2,2 milioni.

Ratio

Gli indici di bilancio mostrano un peggioramento sia della capacità di ripagamento del debito, passato da 1,1x a 5,1x, sia al grado di copertura dell’indebitamento a 0,65x, seppure ancora sotto l’unità.

Non significativo invece l’indice relativo al ritorno per gli azionisti in quanto la società ha chiuso l’ultimo triennio in perdita.

Piano Industriale

Per superare le criticità individuate nel modello di business, che hanno influenzato i risultati economici e patrimoniali 2019, e con l’ausilio del nuovo Ceo, a inizio giugno il management ha approvato un nuovo Piano Industriale volto al rilancio della società e ad una crescita sostenibile nel lungo periodo. Il nuovo progetto implica un’importante rivisitazione del modello di business che passa attraverso diverse manovre di natura industriale e finanziaria.

Il progetto mira a ottimizzare i risultati dell’attuale linea di business consumer attraverso l’accesso ad una rete FWA in evoluzione rapida verso il 5G a cui affiancare lo sviluppo di una nuova linea di business con servizi multi-tecnologia orientati alle imprese; il tutto con un’espansione geografica da regionale a nazionale.

Sul fronte industriale gli interventi più importanti riguardano il nuovo Accordo Quadro con Linkem (già partner industriale e azionista rilevante), che prevede l’impegno da parte di Linkem agli investimenti sulla rete FWA, e le opportunità industriali di crescita per linee esterne che il settore offre.

In virtù dell’accordo, Linkem remunererà GO internet per l’utilizzo delle frequenze in Emilia Romagna e Marche, subentrando anche nella gestione delle infrastrutture sostenendone i costi fissi. Inoltre, fornirà a GO internet accesso alla propria rete in modalità wholesale ad un prezzo fisso per singolo utente consentendole di ottenere un’estensione nazionale e in evoluzione verso il 5G.

Per l’affitto del diritto d’uso delle frequenze Linkem pagherà un canone annuo di 1 milione fino al 31 Dicembre 2029, mentre per la concessione dell’opzione di acquisto il prezzo è di 1 milione. In caso di esercizio dell’opzione il prezzo sarà pari a 12 milioni, da cui andranno dedotti i canoni annuali già versati e il prezzo dell’opzione di acquisto della stessa.

Da ultimo il management non esclude opportunità di crescita per linee esterne, pertanto, ha avviato attività di scouting e analisi con lo scopo di individuare realtà di interesse industriale dotate degli elementi organizzativi e industriali necessari al riposizionamento e al perseguimento degli obiettivi industriali.

Sul fronte finanziario, al fine di garantire il sostegno al capitale circolante per l’avvio del nuovo progetto industriale e la liquidità necessaria per portare a compimento eventuali operazioni di crescita esogena, GO internet ha deliberato di procedere alla richiesta di supporto da parte di istituti di credito.

In questa direzione rientra la stipula dell’accordo con Atlas Special Opportunities per la sottoscrizione di bond convertibili fino ad un massimo 8 milioni con assegnazione di warrant gratuiti e un conseguente aumento di capitale da massimi 2,4 milioni.

Borsa

Le criticità dell’internet service provider si riverberano sui corsi azionari, che da inizio 2020 hanno manifestato un andamento particolarmente volatile. Il prezzo, dopo avere toccando il minimo storico a 0,5 euro a metà marzo, complice anche la caduta delle borse causata dal coronavirus, ha ritracciato nei giorni successivi riportandosi vicino a 1 euro.

L’azione che oggi si posiziona in area 0,7 euro da inizio anno ha lasciato sul terreno il 36% rispetto al 15% del Ftse Aim.

###

Resta sempre aggiornato sul tuo titolo preferito, apri l'Insight dedicato a GO internet