Andamento contrastato sui mercati asiatici dopo la chiusura debole di venerdì a Wall Street, con il balzo delle azioni cinesi e la performance negativa della Borsa giapponese.
I listini cinesi sono stati sostenuti in particolare dai rialzi delle società di intermediazione immobiliare in scia alle attese che le riforme del mercato dei capitali possano aumentare i ricavi e dopo che la banca centrale ha iniettato nuovi fondi nel sistema finanziario del paese, emettendo prestiti a medio termine per 700 miliardi di yuan.
Pesa tuttavia la notizia che sono state rinviate le trattative fra Usa e Cina senza che sia stata indicata una nuova data.
La Borsa giapponese ha invece registrato il peggior ribasso delle ultime due settimane dopo aver riportato una contrazione economica record causata dalla pandemia di coronavirus che ha pesato su vendite al dettaglio, investimenti ed esportazioni.
In particolare i dati macro hanno mostrato che la terza economia più grande del mondo ha registrato un calo del pil su base trimestrale del 7,8% e una contrazione del 27,8% rispetto all’anno precedente nei tre mesi terminati a giugno.
Intanto sul forex il cambio euro/dollaro viaggia a 1,186 e il dollaro/yen a 106,6 mentre tra le materie prime le quotazioni del greggio sono positive con il Brent (+0,8%) a 45,16 dollari e il Wti (+0,9%) a 42,41 dollari. Oro in leggero rialzo (+0,3%) a 1.955 dollari l’oncia.
Tornando ai listini asiatici in Cina Shanghai e Shenzhen avanzano rispettivamente del 2,3% e dell’1,7% mentre Hong Kong sale dell’1,2 per cento.
In Giappone il Nikkei e il Topix hanno chiuso entrambi a -0,7 per cento.
Il tutto dopo un finale di settimana poco mosso a Wall Street con il modesto guadagno del Dow Jones (+0,1%), la chiusura in parità del S&P500 e la lieve discesa del Nasdaq (-0,2%).