Ritorna positivo (+2,8%) il saldo mensile di piazza Affari dopo la discesa di luglio. Ad agosto il Ftse Mib, insieme agli altri listini europei, ha continuato a beneficiare della politica monetaria ultra-espansiva della Banca centrale europea, ma anche di un’ultima ondata di risultati trimestrali superiori alle attese, risentendo solo marginalmente della decisa ripresa dei contagi da Coronavirus in Italia e della revisione al ribasso della precedente stima sul Prodotto interno lordo relativa al 2° trimestre 2020. Nel dettaglio, l’Istat ha indicato che tra aprile e giugno di quest’anno il Pil tricolore è diminuito del 17,7% su base annua, mentre nelle settimane precedenti aveva stimato – sempre su base tendenziale – un calo del 17,3 per cento. Rispetto al top del 19 febbraio a 25.483 punti il Ftse Mib rimane sotto del 23 per cento.
Ad agosto, il più importante paniere di piazza Affari si è piazzato al quarto posto in Europa in termini di performance, con l’ottimo andamento del comparto bancario (+5,9%), del paniere degli industriali (+4,4%) e dei titoli del settore assicurativo (+3,2%) che è stato in parte compensato dalle prese di beneficio sulle utilities (-4,3%) e dalle vendite sul settore salute e benessere (-3,4%), mentre il basket delle azioni Oil&Gas ha sostanzialmente tenuto (+0,5%). In un contesto europeo di complessivo risk on, hanno fatto meglio del principale paniere equity italiano, il Dax di Francoforte (+5,1%), il Cac40 di Parigi (+3,4%), l’EuroStoxx 50 (+3,1%), mentre hanno fatto peggio l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%), lo Smi di Zurigo (+1,3%) e il Ftse 100 di Londra (+1,1%). Ad agosto, è proseguita la corsa di Wall Street che ha così continuato a fare meglio rispetto alle Borse del vecchio Continente. Nel dettaglio, il Nasdaq Composite sulla scia delle buone trimestrali dei colossi dell’hi-tech, come Apple e Amazon, ha registrato un altro eccellente risultato (+9,6%) che gli ha permesso di portare a casa nuovi massimi assoluti, seguito dal Dow Jones (+7,6%) e dall’S&P 500 (+7,2%) che ha toccato anch’esso nuovi record storici, superando la soglia dei 3.500 punti. In Asia, il Nikkei di Tokyo (+6,6%) torna a fare meglio del CSI 300 di Shenzhen (+2,6%), nonostante le dimissioni per motivi di salute di Shinzo Abe, il primo ministro giapponese più longevo di sempre.
Al di fuori dell’azionario, ad agosto i prezzi dei futures sul Crude Oil hanno proseguito il rialzo (+6,3%) avviato nella seconda metà di aprile, mentre tra i metalli preziosi, lo scorso mese le quotazioni dell’Oro sono rimaste sostanzialmente invariate (-0,4%), consolidando così i guadagni dei mesi scorsi. Sul fronte valutario, sempre ad agosto il cambio Eur/Usd ha proseguito il movimento ascendente iniziato nella seconda metà di maggio, raggiungendo nella seduta di ieri un massimo relativo intraday a 1,1966, per poi ripiegare in chiusura poco sotto a quota 1,1936. Sul versante dei governativi, lo yield del Btp a 10 anni ha concluso il 31 agosto le contrattazioni all’1,09% rispetto all’1,01% del 31 luglio, dopo aver chiuso la seduta del 10 agosto allo 0,919%, con il differenziale di rendimento con il Bund di pari durata a 149 punti base rispetto ai 154 di fine luglio.
Passando all’analisi dei 40 titoli che compongono il paniere delle Big Cap italiane emerge che ad agosto ben 25 hanno concluso le contrattazioni su livelli di prezzo superiori a quelli registrati lo scorso 31 luglio, 2 sono rimasti sostanzialmente invariati e 13 si sono attestati su livelli inferiori. Numeri decisamente migliori rispetto a quelli di luglio, dato che solo 13 avevano portato a casa una performance mensile positiva, 23 si erano attestati su livelli di prezzo inferiori a quelli del 30 giugno e 4 erano rimasti invariati.
Il miglior risultato del mese di agosto all’interno del Ftse Mib è stato raggiunto da Telecom Italia (+17%), con il cda che nel tardo pomeriggio di ieri ha confermato le indiscrezioni delle settimane scorse, dando il via libera all’accordo con il fondo infrastrutturale Kkr e con Fastweb per la creazione di FiberCop (la newco in cui verranno conferite la rete secondaria di Tim e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la società partecipata all’80% da Tim e al 20% da Fastweb). Sempre ieri l’organo esecutivo dell’ex-incumbent del settore tlc in Italia ha approvato la lettera d’intenti con Cdp Equity finalizzata a integrare la stessa FiberCop nel più ampio progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale. Il gruppo guidato da Luigi Gubitosi avrà la maggioranza del capitale di questa nuova realtà che nascerà dalla integrazione con la rivale OpenFiber e che si chiamerà AccessCo e che avrà una governance (maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo) condiviso con Cassa depositi e prestiti per garantire l’indipendenza e la terzietà della società.
Alle spalle di Telecom Italia, lo scorso mese si è posizionata Cnh Industrial (+14,7%) che ha cosi ripreso a correre dopo la battuta d’arresto di luglio (-7,1%). A inizio agosto le quotazioni dei titoli del gruppo controllato da Exor (26,89% del capitale) sono state trainate da un secondo trimestre del 2020 che si è chiuso con una perdita inferiore alle attese, ma soprattutto da una ripresa relativamente forte di alcuni mercati. Senza dimenticare che le azioni Cnh Industrial hanno beneficiato della ripresa dei contatti tra Stati Uniti e Cina per verificare la conformità dell’accordo commerciale di Fase Uno, siglato lo scorso gennaio, che prevedeva l’acquisto massiccio di derrate agricole americane da parte del governo di Pechino.
Sul terzo gradino del podio di questa speciale graduatoria Unipol (+14,3%) che prosegue il recupero avviato nella seconda metà di marzo. A sostenere le quotazioni dei titoli del gruppo finanziario i risultati del 1° semestre del 2020 che hanno consentito al management di confermare gli obiettivi dell’anno in corso. Nel dettaglio, l’utile netto della prima metà dell’anno in corso di Unipol è stato pari a 617 milioni di euro rispetto ai 353 milioni dello stesso periodo del 2019. Sul fronte dividendi, i vertici del gruppo bolognese hanno dichiarato che Unipol è ancora nelle condizioni di poter distribuire la cedola relativa all’esercizio 2019 ma che non si procederà in questa direzione per non andare contro le indicazioni del regolatore europeo.