“La disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell’Unione”.
È questo il pronunciamento dalla Corte di Giustizia Europea, accogliendo il ricorso presentato da Vivendi contro la decisione dell’AGCOM del 2017 in base alla quale la quota del gruppo francese nel capitale di Mediaset era stata congelata sotto il 10% (9,9%) in applicazione del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici definito dalla legge Gasparri, considerando anche la presenza nel capitale di Tim.
Vivendi aveva poi presentato ricorso al Tar del Lazio, che a sua volta aveva rimandato alla Corte europea la decisione sulla compatibilità della normativa italiana con quella europea.
“Tale disposizione”, spiega la Corte, “costituisce un ostacolo vietato alla libertà di stabilimento, in quanto non è idonea a conseguire l’obiettivo della tutela del pluralismo dell’informazione”.
“La disposizione italiana fissa soglie che, non consentendo di determinare se e in quale misura un’impresa possa effettivamente influire sul contenuto dei media, non presentano un nesso con il rischio che corre il pluralismo dei media”, aggiunge ancora la Corte UE.
Vivendi ha una partecipazione complessiva del 28,8% nel capitale di Mediaset, di cui il 19,2% conferito al trust Simon Fiduciaria.
Intorno alle 10:30 il titolo guadagna il 2,9% a 1,55 euro dopo i cali delle ultime sedute, mentre l’indice di settore registra un progresso dell’1,7 per cento.