Mercati – In calo su tensioni Usa e vendite sui tecnologici, Milano termina a -1,8%

Giornata all’insegna delle vendite per le borse europee, appesantite anche dalla riapertura in rosso di Wall Street dopo la lunga sosta per la festività del Labor Day.

A Milano il Ftse Mib archivia gli scambi in calo dell’1,8% a 19.380 punti, debole come l’Ibex 35 di Madrid (-1,7%), il Cac 40 di Parigi (-1,6%), il Dax di Francoforte (-1%) mentre il Ftse 100 di Londra (-0,1%) limita i danni grazie anche alla debolezza della sterlina.

Oltreoceano viaggiano in calo, seppur al di sopra dei minimi toccati in precedenza, Dow Jones (-1,7%), S&P500 (-2,0%) e Nasdaq (-2,8%). Il listino delle società tech, in particolare, continua a scontare i dubbi sulle elevate valutazioni raggiunte dal comparto in seguito al rally degli ultimi mesi, partito dai minimi di metà marzo.

Crolla Tesla (-16%) che, dopo aver guadagnato il 400% da inizio anno registrando quattro trimestri consecutivi in utile, non è stata ammessa a sorpresa nello S&P 500, complici i dubbi sulle metriche di profittabilità e sull’outlook.

Sono tornate in primo piano anche le tensioni Usa-Cina, dopo che il presidente americano Donald Trump ha dichiarato che intende limitare le relazioni economiche con Pechino e ha minacciato di precludere alle società americane che fanno business con la potenza asiatica la possibilità di aggiudicarsi contratti federali.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, il Pil dell’eurozona del secondo trimestre 2020 ha evidenziato un crollo dell’11,8% congiunturale e del 14,7% su base annua, solo leggermente meno grave della lettura preliminare (-12,1% e -15,0% rispettivamente). In calo anche le vendite al dettaglio a luglio in Italia (-2,2% rispetto a giugno e -7,2% tendenziale).

Sul Forex l’euro/dollaro scivola sotto quota 1,18 a 1,179, in attesa della riunione della Bce di giovedì e il cambio tra biglietto verde e yen retrocede a 105,9. Ancora in discesa la sterlina a 1,303 dollari mentre i negoziati tra Londra e Bruxelles sulla Brexit entrano nelle fasi finali in vista della deadline di metà ottobre.

Tra le materie prime crollano le quotazioni del greggio con il Brent (-6,2%) a 39,4 dollari e il Wti (-8,8%) a 36,3 dollari al barile, per via dei dubbi legati alla domanda e per il generale peggioramento del sentiment sui mercati.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia nuovamente a 153 punti base, con il rendimento del decennale italiano poco mosso all’1,03%.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib chiude in positivo Pirelli (+3,7%) beneficiando dell’upgrade a buy da parte di Citi. Bene anche Cnh (+1,2%) mentre le vendite invece si concentrano soprattutto su Unicredit (-3,7%), Stm (-3,4%) e Tenaris (-3,4%).