Nel primo semestre 2020 Sicit ha generato ricavi consolidati pari a 35,5 milioni, in aumento del 9,4% su base annua.
Tale incremento è stato generato principalmente dalla crescita dei prodotti per l’agricoltura (+19,4%) parzialmente compensati dalla leggera diminuzione dei ricavi negli altri settori, inclusi i servizi di ritiro.
In particolare i prodotti per gessi hanno risentito, soprattutto nel secondo trimestre, della temporanea chiusura di alcuni clienti (fabbriche di gesso). I ricavi del settore grasso e dei servizi di ritiro hanno invece risentito della temporanea chiusura delle principali concerie del distretto di Vicenza, nel periodo di marzo-aprile, e del conseguente rallentamento del conferimento di sottoprodotti di origine animale.
La crescita ha riguardato pressoché tutte le aree geografiche: dall’Europa (incluso Italia, +3,2%; di cui Italia +1,3% e altri Paesi in Europa +4,6%), all’APAC (+16,4%) e Americas (+42,3%). Unica geografia in controtendenza il Resto del Mondo (Middle East e Africa, -2,8%). La crescita di Europa, APAC e Latam è stata principalmente guidata dai prodotti per l’agricoltura, parzialmente compensata dalla flessione dei ritardanti per i gessi. La crescita del Nord America è interamente attribuibile ai prodotti ritardanti.
L’effetto cambio, lievemente positivo, è stato pari a circa +0,1 milioni (0,2%).
L’Ebitda adjusted si è attestato a 13,2 milioni (37,2% dei ricavi), in aumento del 9,5 per cento.
L’incremento in valore assoluto è stato principalmente dovuto alla crescita dei ricavi e del relativo margine industriale parzialmente compensato dai maggiori costi fissi legati al passaggio allo STAR e all’adeguamento della struttura di governance post-quotazione, oltre a maggiori costi produttivi (personale e ammortamenti) in parte sostenuti per garantire continuità operativa ai clienti anche nei mesi di lock-down.
L’Ebitda adjusted rimane stabile in termini percentuali sui ricavi rispetto al primo semestre 2019 (37,2%) per effetto principalmente dei minori ricavi da conferimento materiali e il lieve incremento di alcuni costi di cui sopra.
L’Ebitda adjusted non include costi non ricorrenti per 1,8 milioni nel primo semestre 2020 per oneri non ricorrenti per l’operazione di passaggio dall’AIM Italia allo STAR (1,1 milioni, di cui 0,9 milioni per consulenze e 0,2 milioni per premi non ricorrenti al personale e agli amministratori), costi di sanificazione e sicurezza in seguito alla crisi sanitaria legata al Covid-19 (0,1 milioni) e donazioni non ricorrenti a strutture sanitarie nuovamente legate al Covid-19 (0,6 milioni).
Nel primo semestre 2019 i costi non ricorrenti sono stati pari a 10,8 milioni, di cui 0,6 milioni per consulenze non ricorrenti per la fusione di Sicit 2000 in SprintItaly e di quotazione all’AIM Italia, e 10,2 milioni come costo di quotazione derivante dalla contabilizzazione della fusione come una operazione di “reverse acquisition”, in ottemperanza all’IFRS 2 (costi figurativi, di natura non monetaria e non rilevanti fiscalmente).
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto adjusted cresciuto del 14,5% a 8,2 milioni.
Sul fronte patrimoniale la disponibilità di cassa netta consolidata ammonta a 19,8 milioni (29,3 milioni al 31 dicembre 2019).
Sicit Group segnala che la gravità dello scenario attuale legato agli effetti economici e sociali del Covid-19 e l’incertezza sugli sviluppi futuri in Italia e nei Paesi in cui opera il Gruppo, rendono di difficile previsione gli impatti della pandemia sull’esercizio 2020.
Sulla base di un previsto graduale ritorno ad una normalità operativa, tanto dei clienti, quanto dei fornitori, i riscontri ricevuti dalla clientela confortano Sicit in merito alla possibilità di raggiungere sostanzialmente gli obiettivi economico-finanziari definiti per il 2020, in quanto il management ritiene che il livello di interesse nei confronti dei prodotti di Sicit abbia manifestato comunque nel periodo di riferimento un trend positivo, soprattutto per quanto riguarda i biostimolanti per l’agricoltura.
Il management è tuttavia ben consapevole che l’incertezza sulle tempistiche della conclusione dell’emergenza pandemica e sulla profondità delle conseguenze che la stessa avrà sulle maggiori economie mondiali è ancora elevata.
Un eventuale rinnovo o prolungamento delle misure restrittive nei confronti delle concerie italiane potrebbe avere effetti negativi sull’approvvigionamento delle proprie materie prime di input e, di conseguenza, sulla propria capacità produttiva e sull’attività commerciale.
Analogamente, eventuali azioni di rinnovo o di prolungamento del lock-down nei Paesi in cui il Gruppo commercializza i propri prodotti potrebbero indebolire la domanda, in particolare nel settore dell’edilizia, a cui si rivolgono i ritardanti (l’agricoltura, di contro, sembra essere molto meno influenzata dalle dinamiche emergenziali).
Ciò ricordato, Sicit rimane fiduciosa di poter continuare a crescere e di poter raggiungere sostanzialmente i propri obiettivi di budget per l’esercizio 2020, limitando al minimo gli scostamenti.
Il Gruppo conferma l’intenzione di accelerare il processo di crescita investendo, nel breve periodo, nel rafforzamento della struttura commerciale dedicata ai mercati esteri, e nel medio periodo, con i) il rafforzamento, quantitativo e qualitativo, della capacità produttiva nei siti di Arzignano e Chiampo; e ii) l’apertura di uno stabilimento produttivo in Cina, per essere ancora più vicino ai propri clienti internazionali.
Tuttavia, considerato che si sono verificati rallentamenti nell’attività di pianificazione di tale nuovo impianto produttivo a causa della crisi sanitaria, la pianificazione e/o implementazione di tale impianto potrebbe subire ulteriori ritardi qualora dovessero essere adottate in futuro ulteriori misure restrittive e/o vi fosse un ulteriore aggravamento della situazione di emergenza sanitaria.
Al fine di perseguire tale politica di sviluppo, il Gruppo non esclude di poter fare ricorso anche a potenziali acquisizioni esterne o partnership con altri gruppi industriali.
Il Gruppo proseguirà inoltre la propria strategia di sviluppo di nuovi prodotti in stretta collaborazione con i propri clienti, per poter rispondere adeguatamente alle diverse esigenze delle realtà agricole e industriali a cui sono dedicati.
Massimo Neresini, CEO di SICIT, ha dichiarato: “Il primo semestre 2020 è stato caratterizzato da due grandi sfide per il Gruppo: ad inizio anno sono state avviate le attività per il passaggio allo STAR, avvenuto con successo e in tempi molto brevi; dal secondo trimestre si è diffusa la pandemia da COVID-19 in molte aree geografiche in cui opera il Gruppo. SICIT ha continuato le proprie attività produttive e commerciali anche nei periodi di maggior crisi in Italia, rientrando tra le attività essenziali, ma le restrizioni alla mobilità, ai trasporti e alla produzione a monte ed a valle hanno inevitabilmente influito anche su alcuni dei nostri settori di riferimento, in particolare a causa della temporanea chiusura di alcuni clienti operanti nel settore dell’edilizia e di molti fornitori di materie prime. Nonostante tutto ciò, abbiamo continuato le nostre attività produttive e distributive, nel pieno rispetto delle normative, ponendoci quale punto di riferimento per dipendenti e partner”.
E prosegue “SICIT, infatti, è una realtà che ha dimostrato negli anni la propria capacità di adattamento e, grazie alla disponibilità e alle competenze del proprio personale operativo, è stata in grado di reagire prontamente anche alle difficili situazioni che abbiamo vissuto in questo primo semestre. I nostri prodotti e servizi rimangono fondamentali per la crescita e lo sviluppo sia del tessuto industriale locale nel quale produciamo, che dei mercati globali nei quali vendiamo i nostri prodotti, in particolare i biostimolanti destinati all’agricoltura. Guardiamo perciò con fiducia verso il futuro, pur nella maggiore incertezza che il COVID-19 ha portato con sé”.