Wall Street apre in rosso come previsto e le borse europee rimangono in territorio negativo, all’indomani della riunione della Fed che ha parzialmente deluso gli operatori.
Il Ftse Mib di Milano arretra dell’1,3% in area 19.700 punti, sottotono come il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,8%) e il Cac 40 di Parigi (-0,9%). Oltreoceano, avvio in ribasso per Dow Jones (-1,2%), S&P500 (-1,5%) e Nasdaq (-1,9%).
Se da una parte la banca centrale statunitense ha confermato l’approccio accomodante, con tassi prossimi allo zero almeno fino al 2023, dall’altra ha mancato di fornire dettagli più precisi e ha posto l’accento sull’incertezza dell’outlook, mettendo in guardia su un probabile rallentamento dell’attività economica.
Per l’istituto di Washington la ripresa resta subordinata alla capacità di controllare la diffusione del coronavirus e sono necessari nuovi stimoli fiscali. In tal senso, la Casa Bianca è pronta a adottare un più ampio pacchetto di aiuti economici nell’ambito dei negoziati con i Democratici, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro i prossimi dieci giorni.
Focus sulle banche centrali anche al di fuori degli Stati Uniti, con la Bank of Japan che ha mantenuto invariati i tassi di interesse e il target sui rendimenti dei titoli di Stato, mentre la Bank of England ha esplorato la possibilità di tassi negativi per contrastare i rischi che incombono sul mercato del lavoro, dopo aver confermato il tasso di riferimento allo 0,1%.
Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati finali di agosto sui prezzi al consumo dell’eurozona, in calo dello 0,2% su base annua rispetto al +0,4% di luglio. Negli Usa, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione al 12 settembre si sono attestate a 860 mila, sostanzialmente in linea con il consensus e lievemente in calo rispetto alla rilevazione precedente. Inoltre, le richieste continue riferite alla settimana terminata il 5 settembre sono diminuite di quasi un milione di unità.
Sul Forex l’euro/dollaro scambia poco mosso in area 1,18 mentre il cambio tra biglietto verde e yen scivola a 104,6. In calo la sterlina a 1,289 dollari dopo le delibere della BoE.
Tra le materie prime proseguono in lieve calo le quotazioni del greggio, con il Brent (-0,4%) a 42,1 dollari e il Wti (-0,5%) a 39,95 dollari, spinte ieri dalla diminuzione a sorpresa delle scorte americane e dal blocco della produzione negli Stati Uniti a causa dell’uragano Sally.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund è poco mosso a 146 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo allo 0,95%.
Tornando a Piazza Affari, Telecom Italia (-3,2%) arretra in scia alle indiscrezioni su una possibile opposizione dell’Antitrust europeo all’aggregazione con Open Fiber. In ribasso anche Stm (-3%) ed Enel (-2,3%) mentre avanzano Pirelli (+2,3%) e A2A (+2%).

























