Nuovi rumor sui movimenti del Governo nell’ottica della privatizzazione di Mps. Il Tesoro, primo azionista della banca con il 68,2% avrebbe di nuovo sondato UniCredit per una possibile acquisizione. In scia alle indiscrezioni il titolo intorno alle 10:15 segna un rialzo del 5% a 1,36 euro, rimbalzando dopo i recenti cali. UniCredit cede lo 0,2% a 7,09 euro, mentre l’indice di settore sale dell’1,4 per cento.
Secondo quanto riporta La Repubblica Jean Pierre Mustier, Ceo di UniCredit, per poter eventualmente aprire un discorso in tal senso avrebbe chiesto una contropartita finanziaria cash che annulli gli impatti sul capitale della banca di piazza Gae Aulenti.
Il quotidiano aggiunge che la potenziale contropartita finanziaria andrebbe a coprire lo sbilancio legato all’acquisto degli attivi di Mps ed assorbire i rischi legali a cui potrebbe andare incontro la banca senese, che ha richieste danni per 10 miliardi.
Tuttavia si tratta di indiscrezioni allo stato attuale. Mustier ha ribadito recentemente che UniCredit non è interessata ad operazioni di M&A e che preferisce portare avanti operazioni di buy-back per remunerare gli azionisti.
Tornando a Mps, la banca è al momento concentrata sul progetto di scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di AMCO. Operazione dovrà essere approvata dall’assemblea del prossimo 4 ottobre, con l’obiettivo di finalizzare il tutto entro fine anno e che dovrebbe agevolare l’uscita del Tesoro dal capitale entro il 2021, come da accordi con le autorità europee.
Mps si sta avvalendo della consulenza di Mediobanca per valutare le opzioni strategiche.
Nell’ambito della scissione la BCE, per dare il via libera all’operazione e per rafforzare la posizione patrimoniale dell’istituto toscano, ha chiesto l’emissione di strumenti Additional Tier2 per 250 milioni (poi collocato per un ammontare di 300 milioni) e l’emissione di strumenti AT1, che secondo recenti rumori di mercato dovrebbero aggirarsi a circa 750 milioni.
Questi ultimi dovranno essere sottoscritti fino al 70% dal Tesoro (nel limite dei fondi pubblici accantonati) e per almeno il 30% da investitori privati.
Il Mef, secondo recenti indiscrezioni, avrebbe già preparato un decreto ad hoc nell’ottica della privatizzazione, che dovrà essere esaminato dal Consiglio dei Ministri. Nel cosiddetto “Decreto Agosto” il Governo avrebbe accantonato 1,5 miliardi da destinare a Mps in caso di necessità.