Giornata di “sell-off” generalizzato sia sul mercato azionario che su gran parte delle materie prime.
Dopo la chiusura dei listini europei che cancellano, nel finale, gran parte dei guadagni di inizio giornata, Wall Street si inabissa lentamente e chiude molto vicino ai minimi intraday.
Il bilancio della seduta vede il Nasdaq in calo del 3%. Pesante anche lo S&P500 (-2,4%), il Dow Jones (-1,9%), quest’ultimo aiutato dalla performance positiva di Nike, ed il Russell 2000 (-2,6%).
Balzo, invece della volatilità (+8%) a quota 28,6.
Tra i titoli tecnologici Amazon cede il supporto psicologico a quota 3.000 dollari, mentre Tesla precipita di dieci punti percentuali.
La nuova discesa degli indici, con lo S&P500 in calo per la quinta seduta nelle ultime sei e “flat” da inizio anno, è stata accelerata dalla forza del dollaro risalito a quota 1,166 nei confronti della moneta unica ed in corsa per la migliore settimana dal mese di marzo.
Tutti gli undici settori dello S&P500 hanno chiuso in rosso compresa anche l’energia malgrado il petrolio sia sopravvissuto alla tempesta con un calo limitato di mezzo punto percentuale a 39,5 dollari al barile, grazie al dato delle scorte domestiche settimanali di greggio migliore delle attese.
Ben peggiore è stata, al contrario, la seduta del rame (-3%) e dei due principali metalli preziosi in caduta libera da inizio ottava. Il metallo giallo ha ceduto il due per cento scendendo al di sotto della soglia dei 1.900 dollari l’oncia, mentre l’argento precipita di altri sette punti percentuali scivolando sotto i $23.


























