Nell’esercizio 2019-2020 i ricavi del gruppo Danieli ammontano a 2,7 miliardi, in calo del 9% rispetto all’anno precedente. Il settore Plant Making ha generato ricavi per 2,1 miliardi (+5% a/a), mentre il settore Steel Making ha consuntivato vendite in calo del 37% a 0,7 miliardi, scontando gli effetti della pandemia che ha penalizzato il settore acciaio con lo stop nell’impianto ABS Sisak e del tubificio ESW in Germania.
L’Ebitda si è ridotto del 22% a 187,7 milioni, con una marginalità scesa di un punto percentuale pari al 6,7%. Il settore Plant Making ha contribuito per 124,3 mlioni (+2,3%), mentre il settore Steel Making per 63,4 milioni (-46%).
L’Ebit registra un calo del 9,7% a 91,6 milioni, dopo aver registrato ammortamenti e svalutazioni diminuiti di circa il 30% a 96,1 milioni.
L’utile netto consolidato si fissa a 62,9 milioni, in calo del 6% rispetto al precedente esercizio.
Il portafoglio ordini del gruppo è pari a 2,9 miliardi (-5,2% rispetto all’ammontare a fine giugno 2019), ma non comprende alcuni ordini già sottoscritti con clienti esteri che saranno inclusi al termine delle ingegnerie o con la finalizzazione delle pratiche di finanziamento.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta è positiva e pari a 903,2 milioni, in calo del -2,7% rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, la società stima che il mercato dell’acciaio si ridurrà complessivamente del 5-6% nell’anno 2020, mentre sarà invece in leggera crescita nel 2021 seguendo la ripresa generale dell’economia.