Nei primi sei mesi del 2020 il gruppo ICF ha conseguito ricavi per 28,6 milioni, in calo del 22% rispetto al pari periodo del 2019 a seguito delle misure di lockdown, che hanno colpito maggiormente i comparti calzaturiero, pelletteria e automotive. Il 66% delle vendite è stato realizzato all’estero.
L’Ebitda si riduce del 32% a 3 milioni, con il relativo margine al 10,5% (11,9% nel 1H 2019).
L’Ebit adjusted, normalizzazione degli effetti dell’ammortamento della lista clienti e dei marchi, è pari 1,8 milioni (-44%), mentre l’Ebit reported è pari 0,8 (-64%).
L’utile netto reported si attesta a 0,1 milioni, in contrazione del 92% sull’anno precedente, mentre l’utile netto adjusted è pari a circa 0,9 milioni.
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno è pari a 9 milioni, valore raddoppiato rispetto a fine anno 2019. Un andamento che ha risentito principalmente dell’aumento del CCN, dell’esecuzione del buy-back per circa 0,8 milioni e dell’accensione di un nuovo leasing immobiliare per circa 1 milione, relativamente ad un immobile precedente affittato.
Il management segnala che nei mesi di luglio e agosto a seguito della riapertura delle attività e della ripresa mobilità delle persone si è assistito ad una graduale ripresa delle attività in tutte le linee di business in cui è presente il Gruppo, in particolare nel settore automotive
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