“L’esercizio di amministrazione straordinaria evidenzia un risultato netto di pertinenza della capogruppo negativo per 869,8 milioni”.
Lo si legge nel bilancio di Carige relativo ai 13 mesi di gestione commissariale iniziata il 2 gennaio 2019 e conclusasi il 31 gennaio 2020.
Il margine d’interesse del periodo si è fissato a 123,5 milioni (impattato dagli interessi passivi relativi al prestito subordinato Tier2 emesso nel dicembre 2018 e convertito in equity solo nel dicembre 2019), mentre le commissioni nette sono state ammontate a 219,9 milioni (impattate dalle garanzia statale sulle emissioni obbligazionarie del primo trimestre 2019).
I costi operativi si sono attestati a 748,4 milioni, risentendo degli “effetti degli accordi transattivi ed accordi sindacali derivanti dall’attuazione del piano industriale, nonché svalutazioni del patrimonio immobiliare, indennizzi per cessioni di crediti deteriorati avvenute nel corso dell’ultimo triennio ed oneri per cause passive”.
Il costo del credito si è fissato a 490,7 milioni, “in gran parte riconducibile al perfezionamento dell’operazione di cessione di crediti deteriorati ad AMCO”.