Illa ha chiuso il primo semestre 2020 con ricavi in calo del 3,3% a 13,7 milioni.
La riduzione delle vendite sconta la contrazione delle vendite del cliente Ikea (-32%), solo in parte compensata dall’aumento del fatturato verso altri clienti in Italia (+27%) e dal maggior prezzo unitario dei prodotti.
La divisione Giannini ha contribuito per circa l’8% del fatturato (circa 1,1 milioni), in calo del 42% anche a causa del periodo di lockdown che ha compromesso il canale distributivo principale della divisione, quello retail, e che difficilmente potrà essere recuperato nella seconda parte dell’esercizio.
L’Ebitda è risultato negativo per 0,3 milioni rispetto al deficit di 0,1 milioni del primo semestre 2019, mentre a livello di Ebit il deficit sale da 0,8 a 0,9 milioni.
Il periodo si è concluso con una perdita netta aumentata da 0,9 milioni a 1,2 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto pari a 13,6 risulta sale di circa 1 milione rispetto al valore di dicembre 2019, prevalentemente per effetto di investimenti per 0,5 milioni in immobilizzazioni materiali e per 0,5 milioni in know per l’avvio della produzione in acciaio.
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, la società sottolinea l’incertezza legata alla durata e alla diffusione dell’epidemia con le relative ricadute sul business.
Illa ha però riaffermato l’obiettivo di raggiungere nel 2020 un fatturato intorno ai 24-25 milioni, tenendo conto che le vendite già conseguite al 30 settembre 2020 ammontano a 22,3 milioni e gli ordini confermati sono pari a 1,5 milioni.
###
Resta sempre aggiornato sul tuo titolo preferito, apri l'Insight dedicato a Illa