L’operatore di telecomunicazioni Unidata ha chiuso il primo semestre con un valore della produzione in crescita del 37,1% a 8,8 milioni. Il risultato è stato principalmente generato da ricavi per connessioni in fibra ottica, che hanno registrato un incremento del +38,5% rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio, ed alla concessione di diritti IRU/Wholesale ad altri operatori che aumentano del +36,9%.
L’Ebitda è pari a 2,6 milioni, in crescita del 25,8%, corrispondente al 30,1% del valore della produzione.
Il Risultato Netto del periodo è pari a 0,9 milioni, rispetto a 0,8 milioni dello stesso periodo 2019.
La Società evidenzia una liquidità netta al 30 giugno 2020 per 3,8 milioni, in netto miglioramento rispetto all’indebitamento netto di 0,35 milioni al 31 dicembre 2019 al netto della raccolta IPO (includendo la raccolta, la PFN risulta positiva, quindi cassa, per 9,3 milioni al 30 giugno 2020).
Ciò evidenzia la capacità di Unidata di generare cassa, grazie alla propria attività caratteristica e nonostante il considerevole aumento degli investimenti, costantemente cresciuti e pari a 7,3 milioni nel primo semestre 2020, contro i 2,7 milioni investiti nel corso dei primi sei mesi del 2019.
Il primo semestre 2020 registra anche una elevata crescita dei clienti che aumentano del +22,6% rispetto allo stesso periodo 2019 e del +14,5% rispetto al 31 dicembre 2019. La crescita riguarda tutti i segmenti di mercato, sia Business sia Retail, che crescono rispettivamente del +10,7% e +26,4% rispetto al primo semestre 2019 e del +4,3% e +17,7% rispetto al 31 dicembre 2019, mentre il segmento Wholesale resta in linea i due periodi precedenti.
La rete in fibra ottica si è estesa nel semestre in esame di 140 Km di cavi proprietari, raggiungendo una estensione complessiva di 2.640 Km di cui 1.590 Km di proprietà (60% dell’infrastruttura) e 1.050 Km in uso pluriennale da altri operatori – IRU (40% dell’infrastruttura).
La pandemia per la diffusione del virus Covid-19 è un evento del periodo e non ha comportato modifiche alle stime contabili. L’attività svolta dalla società, ritenuta strategica a livello nazionale, permette di non ravvisare potenziali impatti né di natura patrimoniale né operativa che possano incidere sulla continuità aziendale.