Enel è uno dei membri fondatori dell’Alleanza per l’Economia Circolare, una rete di imprese – oggi se ne contano 19 – che ha l’obiettivo di guidare l’evoluzione complessiva dell’economia italiana in ottica circolare, valorizzando le eccellenze nazionali, puntando sull’innovazione, favorendo la condivisione di esperienze e buone pratiche e promuovendo un confronto costante per un nuovo modello di sviluppo.
Ne hanno parlato a Market Insight Fernanda Panvini, Head of Circular Economy per l’Italia, e Luca Meini, Head of Global Circular Economy dell’operatore elettrico.
“La capacità dell’Alleanza di offrire una prospettiva all’economia italiana è rafforzata anche dal profilo delle imprese coinvolte, realtà importanti del nostro sistema produttivo, per un fatturato complessivo di 126 miliardi di euro, 235mila dipendenti e 94mila fornitori appartenenti a 9 diverse catene del valore” ha spiegato Panvini.
Società leader in diversi settori – dalla navalmeccanica al turismo, dalla energia e utility alla finanza – che stanno trasformando il proprio modello di business, sviluppando nuove tecnologie, innovando processi e prodotti, coinvolgendo fornitori e consumatori. Il tutto, ha sottolineato la manager, “dimostrando, con i fatti, che un futuro circolare per l’economia italiana è possibile”.
Nel Position Paper di quest’anno, l’Alleanza presenta la road map verso un modello economico circolare delineata in cinque principali ambiti di intervento: creare una definizione di governance efficace per l’economia circolare; semplificare l’impianto normativo; supportare l’innovazione sostenibile; definire sistemi di misurazione e KPI; favorire la comunicazione e la formazione.
Il punto di partenza per raggiungere questi cinque macro obiettivi sono tre proposte flagship destinate ai policy maker.
“Per l’Alleanza la primaria urgenza è quella di dotarsi di una strategia per l’economia circolare, una visione di come dovrà essere il Paese del futuro”. Funzionale a ciò è l’istituzione di un tavolo nazionale con poteri e risorse adeguati, “una cabina di regia con una visione integrata che coinvolga tutti i ministeri rilevanti, a partire da MiSE, MATTM e MEF, e abbia la possibilità di portare avanti il l’implementazione di lungo periodo, sia sulla strategia di livello nazionale che su quelle locali”.
Inoltre, l’Alleanza propone “un piano di azione per lo sviluppo del Green Public Procurement in Circular Public Procurement in due fasi: una prima fase di collaborazione tra istituzioni nazionali, enti locali e imprese, al fine di monitorare e assistere l’implementazione dei Criteri Ambientali Minimi su base volontaria; una seconda fase in cui il Green Public Procurement assumerebbe pieno carattere obbligatorio con la previsione di sistemi di premialità per le amministrazioni virtuose”.
In terzo luogo, è opportuno creare “un trattamento fiscale che tenga conto delle esternalità negative e differenzi tra consumi ‘sostenibili’ e ‘non sostenibili’, in base alle caratteristiche di prodotto, processo produttivo o servizio offerto anche operando, ma non esclusivamente, sulle aliquote IVA”. Misure che “devono sostenere l’utilizzo di materie prime seconde di qualità, le energie rinnovabili, la progettazione di beni già pensati per il riuso, la riparazione, il riutilizzo, il riciclo, che abbiano il maggior ciclo di vita possibile e la minor impronta ambientale possibile” ha spiegato Panvini.
Il Position Paper dell’Alleanza per l’Economia Circolare offre l’occasione per approfondire quale sia l’approccio del colosso elettrico italiano alla circolarità.
In Enel, ha chiarito Meini, “l’economia circolare rappresenta un nuovo paradigma per ripensare il modello di sviluppo attuale, coniugando innovazione, competitività e sostenibilità per rispondere alle grandi sfide ambientali e sociali”. Un approccio, esteso a tutti i business del Gruppo e lungo tutta la catena del valore, che “viene implementato in modo sistematico, valorizzando la collaborazione e il contributo con i diversi attori esterni, in un’ottica Open Power”.
E i benefici a livello di business diretto e indiretto, attraverso il coinvolgimento dell’ecosistema esterno, sono evidenti.
“Lo sviluppo di nuove iniziative di business circolari legate all’innovazione tecnologica e alla valorizzazione di asset e materiali ha contribuito a ridurre l’esposizione del Gruppo a materie prime non rinnovabili, a rischi ambientali oltre ad anticipare la sempre maggiore necessità di un sistema economico completamente decarbonizzato in ogni sua fase” ha proseguito il manager.
Ma l’economia circolare può offrire anche opportunità di cost saving (con progetti di riutilizzo interno in ottica circolare di asset e materiali per l’azienda) o di nuovi flussi di ricavo (con materiali ed equipment a fine vita non considerati come rifiuti ma valorizzati per nuovi utilizzi). Modelli come il product as a service invece permettono di offrire ai clienti nuove soluzioni.
La collaborazione pertanto “è uno degli elementi fondamentali dell’economia circolare e per implementare soluzioni efficaci è necessario ripensare l’intera catena del valore coinvolgendo anche fornitori e clienti attraverso la co-innovazione andando così a ridurre l’impronta ambientale su tutto il ciclo di vita”.
In quest’ottica, Enel sta applicando in maniera sistematica la circolarità all’interno delle attività di business del gruppo con diversi progetti che riguardano la supply-chain, gli assets e i clienti.
Il gruppo elettrico coinvolge i propri fornitori “in modo da considerare l’impronta ambientale dell’intera catena del valore e abilitare un effetto amplificatore verso la circolarità della filiera”. Con la strategia di Circular Procurement, infatti, Enel intende quantificare, valutare e validare KPI ambientali derivanti dal ciclo di vita di un prodotto attraverso il sistema EPD (Dichiarazione di Prodotto Ambientale). Ciò permette di creare un meccanismo che premia i fornitori mediante strumenti specifici di gara per il loro impegno nella transizione verso l’economia circolare.
E’ anche importante lanciare progetti di co-innovazione insieme ai fornitori per rivedere il ciclo di vita dei prodotti e modificare i metodi di acquisto in base all’economia circolare. “Con il progetto Circular Economy Initiative for Suppliers’ Engagement, Enel ha coinvolto circa 200 fornitori a livello globale su 12 categorie merceologiche che oggi rappresentano più del 60% della spesa per l’acquisto di materiali” ha ricordato il manager.
Sul fronte degli asset, quali impianti di produzione e rete elettrica, l’approccio circolare è applicato lungo tutte le fasi principali della vita: dalle scelte di design e materiali in input, gestione delle fasi di cantiere, manutenzione orientata all’estensione della vita utile, fino alla dismissione che identifica nuovi cicli di vita (riuso, upcycling, rifabbricazione, riciclo etc.). Enel sta implementando i principi di economia circolare lungo tutte queste fasi e applicando la propria metrica di misurazione della circolarità (Circulability Model) per analizzare gli impatti attesi e individuare le leve di miglioramento.
Un esempio è “il progetto Circular Smart Meter, avviato in Italia e Brasile, che punta a ‘chiudere il ciclo’ nei contatori intelligenti attraverso il riutilizzo a fine vita dei materiali che li compongono. Un approccio proattivo di ‘circularity by design’, che integra la circolarità sin dalle fasi di progettazione”.
Infine, elemento non meno importante dove applicare l’approccio circolare è la clientela.
Qui è centrale il ruolo di Enel X, divisione del gruppo dedicata alle nuove tecnologie per trasformare l’energia in nuove opportunità in settori come la mobilità elettrica e l’efficienza energetica. La business line si è posta l’obiettivo di accelerare la circolarità, all’interno del suo ecosistema di fornitori, partners e clienti. “L’approccio è quello di incrementare il livello di circolarità attraverso il Circular Economy Boosting Program, un processo di misurazione e miglioramento continuo della circolarità che è applicato alle nostre soluzioni in portafoglio e offerto ai clienti industriali e Pubbliche Amministrazioni”.
In particolare clienti industriali e Pubbliche Amministrazioni, “hanno la possibilità di ottenere un Circular Economy Report che misura la circolarità del cliente e identifica una roadmap strutturata per incrementarne il livello attraverso una serie di soluzioni innovative. Nel corso del 2019 sono stati finalizzati i primi Circular Economy Report” ha concluso Luca Meini.