Continuano a rincorrersi i rumor sulla strategia che il Tesoro intenderebbe perseguire nell’ottica della privatizzazione di Mps, di cui detiene il 68,2% del capitale.
Le ultime indiscrezioni in ordine di tempo sono riportate da Il Messaggero, secondo cui il Mef avrebbe sondato anche la banca francese Crédit Agricole nell’ottica di una possibile acquisizione ma quest’ultima avrebbe preso tempo.
Nei giorni scorsi era circolato il nome di UniCredit, il cui Ceo Jean Pierre Mustier ha però ribadito che l’istituto non è interessato a operazioni di M&A.
Crédit Agricole, invece, negli ultimi giorni è stato accostato a Banco Bpm, ma quest’ultima ha smentito contatti preliminari in corso con l’istituto transalpino per una potenziale aggregazione.
Tornando a Mps, secondo quanto riporta Il Messaggero, il Tesoro starebbe valutando la possibilità di una valorizzazione dei crediti di imposta nell’ottica di trovare un potenziale acquirente per la banca toscana, che potrebbero aggirarsi nell’intorno dei 3,5 miliardi. Nel caso il Mef decidesse di procedere in questo senso, dovrebbe sottoporre la procedura alla Commissione Europea.
Tuttavia, appare sempre più concreta la possibilità che il Mef possa richiedere una proroga del termine, attualmente fissato al 2021 in base agli accordi attuali, per l’uscita dal capitale di Mps.
Propedeutico alla privatizzazione è stato il via libera dell’assemblea al progetto di scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati a favore di AMCO. Tuttavia, in capo all’istituto restano 10 miliardi di potenziali rischi legali.
Intorno alle 11:05 a Piazza Affari il titolo cede l’1,3% a 1,37 euro, mentre l’indice di settore arretra dello 0,9 per cento.