Fidia – Conti in profondo rosso e tensione finanziaria

Prosegue il negativo trend del gruppo che ha chiuso il primo semestre 2020 con margini ancora negativi e una perdita di 3,2 milioni (3,7 milioni a fine giugno 2019) a fronte della riduzione del volume d’affari (-40% a 12,5 milioni) e della minore raccolta ordini con un backlog quasi dimezzato a 13,4 milioni. Andamento riconducibile alla crisi dei settori automotive e aerospace, ulteriormente appesantita dalla pandemia. Cattive notizie giungono anche dall’indebitamento finanziario netto salito a 14 milioni (12,6 milioni a fine 2019) con un patrimonio netto di soli 4 milioni. Una situazione che ha indotto il management a richiedere la moratoria alle banche, ma anche nuove risorse finanziarie necessarie alla continuità aziendale. A ciò si aggiunge un aumento di capitale da sottoporre ai soci entro fine anno se non saranno finalizzate le azioni intraprese.

Modello di Business

Fidia progetta, produce e commercializza sistemi di fresatura integrati ad alte prestazioni, applicati principalmente nel settore degli stampi per l’industria automobilistica e nel settore aerospaziale. In particolare produce, commercializza e assiste su scala globale controlli numerici per sistemi di fresatura, sistemi di fresatura ad alta velocità, software CAM per fresatura di forme complesse.

Il gruppo offre soluzioni che coprono l’intero processo di fresatura, dalla definizione del programma di lavorazione fino al prodotto finito.

 

Conto Economico

Nel primo semestre 2020 i ricavi del gruppo si sono fermati a 12,5 milioni in calo del 40% rispetto a fine giugno 2019. L’andamento, che ha colpito tutte tre le linee di business, è riconducibile all’impatto degli effetti del Covid-19 oltre che alla crisi dei settori automotive e aerospace che aveva interessato già il 2019.

A causa del calo del volume d’affari e del conseguente minore assorbimento dei costi fissi, permangono in profondo rosso i principali margini operativi, seppure in miglioramento. L’Ebitda è negativo per 1,5 milioni (2 milioni nel 2019) la cui diminuzione deriva delle  azioni di contenimento dei costi intraprese dal management.

La perdita operativa si attesta a 2,7 milioni, rispetto ai 3,3 milioni di un anno prima, contabilizzati ammortamenti e accantonamenti sostanzialmente in linea con fine giugno 2019 a 1,1 milioni (1,2 milioni al 30/6/19).

Il periodo chiude con un deficit di competenza pari a 3,1 milioni, dai 3,5 milioni di un anno prima, spesati oneri finanziari netti, aumentati a 446 mila euro  (322 mila euro nel giugno 2019) per le maggiori perdite su cambi, e imposte del periodo per 89 mila euro (61 mila euro al 30/6/19).

Sul fronte commerciale, nel primo semestre 2020 l’acquisizione ordini è risultata decisamente inferiore (-71%) rispetto al pari periodo 2019 e pari a 5,3 milioni (18,4 milioni al 30/6/19), risentendo in particolare di un andamento commerciale piuttosto debole nel secondo trimestre determinato dall’effetto pandemia e dal protrarsi della crisi del settore automotive ed aerospace. Il portafoglio ordini risulta pertanto in calo del 49% a 13,4 milioni (26,2 milioni a fine giugno 2019).

Breakdown Ricavi

La flessione riconducibile alla crisi dei settori automotive a aerospace e agli effetti della pandemia, si è riflessa in tutte le linee di business.

Nello specifico, il settore Controlli numerici, azionamenti e software (5% del totale) è diminuito del 47% a 0,6 milioni, quello dei Sistemi di fresatura ad alta velocità (63% del totale) del 43% a7,9 milioni, mentre i ricavi generati dall’Assistenza post-vendita (32% del totale) con un calo del 32% si sono fermati a 4 milioni.

In significativa contrazione tutte le aree di sbocco, ad eccezione del Nord e sud America (+52% a 4,7 milioni) che ha raggiunto il 37% del totale ricavi (15% nel primo semestre 2019). Diminuisce del 64% a 4 milioni l’apporto del continente asiatico (32% del totale) e del 51% a 2,3 milioni quello europeo (escluso Italia), con un’incidenza passata dal 23% del giugno 2019 al 18%. Sul territorio domestico (12% del totale) le vendite sono scese del 13% a 1,5 milioni.

Stato Patrimoniale

La società presenta una situazione di tensione finanziaria testimoniata dal progressivo indebolimento del patrimonio netto e dal peggioramento dell’indebitamento finanziario netto, passato da 12,6 milioni di fine 2019 a 14,2 milioni del giugno 2020. Un andamento riconducibile alle perdite registrate nel periodo e dai flussi di cassa negativi connessi all’andamento dell’attività operativa, che nel primo semestre 2020 ha assorbito 891 milioni, parzialmente compensata “dall’accordo di standstill con gli istituti di credito, che ha comportato la sospensione del rimborso delle quote di capitale dei finanziamenti a medio-lungo termine”.

Ratio

In ragione delle perdite conseguite nel periodo già a livello di Ebitda non è significativo sia l’indicatore della capacità di ripagamento del debito sia il ritorno per gli azionisti.

L’effetto combinato del progressivo peggioramento dell’indebitamento finanziario netto e l’indebolimento del patrimonio ha invece elevato il rapporto di leverage, passato da 0,95x del 2018 a 1,72x nel 2019, per salire ulteriormente a 3,4x a fine giugno 2020.

Evoluzione della gestione

Alla luce del negativo andamento connesso alla crisi del settore, ulteriormente accentuato dalla pandemia di Covid-19, a fine giugno 2020, il management ha predisposto il piano industriale 2020-2024 che conferma la strategia fondata su tre direttrici fondamentali:

  • proseguire e cogliere i frutti degli investimenti effettuati nel triennio precedente;
  • realizzare una importante serie di efficienze;
  • attestare il volume di ricavi a un graduale ritorno ai valori degli anni ante crisi.

Il piano riflette l’impatto previsto dalla pandemia, soprattutto negli esercizi 2020 e 2021, “pur prevedendo per l’esercizio 2020 un flusso di cassa netto positivo atteso e determinato, oltre che dal flusso di cassa della gestione operativa, dalla definizione dell’accordo di moratoria sui finanziamenti a medio-lungo termine con gli istituti di credito e dall’acquisizione di nuove risorse finanziarie”.

In questa direzione il management ha attivato richieste per ottenere nuovi mezzi sia attraverso gli istituti di credito (4 milioni), sia per un finanziamento agevolato, per 0,6 milioni, per il miglioramento e la salvaguardia della solidità patrimoniale delle PMI esportatrici.

Inoltre, entro fine 2020, sarà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti un aumento del capitale sociale per un importo tale da assicurare alla società un flusso di cassa netto positivo per i successivi 12 mesi, a meno che prima di fine anno non risultino finalizzate le altre azioni intraprese e la situazione finanziaria consenta comunque di conseguire un flusso di cassa netto positivo nei successivi 12 mesi.

Tuttavia, gli amministratori hanno identificato “un’incertezza significativa che fa sorgere dubbi sulla continuità aziendale, connessa al mancato avverasi delle previsioni contenute nel Piano, con particolare riferimento ai 12 mesi successivi alla data di approvazione del bilancio consolidato semestrale, tenuto conto sia dei risultati del primo semestre 2020, sia del fatto che l’accordo di moratoria, pur avendo ricevuto disponibilità da parte delle banche, non sia ancora formalizzato e che le azioni poste in essere per ottenere risorse finanziarie risultano in fase di istruttoria”. Inoltre, “il perdurare della crisi connessa al Covid-19 costituisce un ulteriore elemento di incertezza sul raggiungimento delle previsioni del Piano e rallentare l’acquisizione di nuove risorse finanziarie”.


Borsa

Da inizio 2020 il titolo ha manifestato un andamento volatile, toccando il massimo del periodo a 4 ,1 euro il 9 gennaio e il minimo a 2,2 euro a metà marzo, complice anche lo shock causato dal Covid-19, terreno in parte recuperato risalendo a 3,3 euro a fine aprile. Data dalla quale i corsi azionari hanno proseguito con un andamento discendente e altalenante.

L’azione, che oggi viaggia in area 2,5 euro, nel complesso da inizio anno ha perso il 35% rispetto al rialzo del 2% evidenziato dal Ftse Star.