Si starebbe facendo sempre più concreta l’ipotesi di una proroga per l’uscita del Mef, primo azionista di Mps con il 68,2%, attualmente fissata al 2021 secondo gli accordi presi con le autorità europee. Il tutto anche considerando lo scenario macroeconomico impattato dalla pandemia da Covid-19.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, ricordando che un eventuale spostamento del termine dovrebbe comunque essere autorizzato dalla Commissione Europea.
Nel frattempo a Piazza Affari continuano le vendite sul titolo, che intorno alle 11:10 perde il 2,2% a 1,28 euro, mentre l’indice di settore cede lo 0,3 per cento.
Negli ultimi giorni si sono rincorsi rumor sul fatto che il Tesoro avrebbe sondato alcune banche, tra cui UniCredit, il cui Ceo Jean Pierre Mustier ha ribadito di non essere interessato a operazioni di M&A, e la francese Crédit Agricole (accostata anche ad altre banche), che però ha recentemente ribadito la strategia del piano industriale basata su crescita organica e partnership commerciali.
Per agevolare la privatizzazione domenica scorsa l’assemblea dell’istituto senese ha dato il via libera al progetto di scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati. Tuttavia, come riportato da vari quotidiani, in capo a Mps restano potenziali rischi legali per 10 miliardi.