UniCredit intenderebbe velocizzare il progetto di scissione delle attività estere del gruppo.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui il Ceo Jean Pierre Mustier avrebbe intenzione di sottoporre suddetto progetto al cda entro fine 2020.
L’operazione prevedrebbe, secondo quanto riporta il quotidiano la separazione della holding italiana quotata a Milano dalle attività estere del gruppo, che confluirebbero in una subholding europea che verrebbe in seguito quotata alla Borsa di Francoforte per una quota pari al 49-50% del capitale. Anche la divisione corporate & investment banking (Cib) basata in Germania rientrerebbe sotto il cappello della subholding.
Con le risorse raccolte attraverso il collocamento delle azioni della subholding, la holding italiana rafforzerebbe i propri requisiti patrimoniali.
L’operazione inizialmente annunciata in occasione della presentazione del piano industriale al 2023 avvenuta dicembre 2019 prevedeva che, al fine di ottimizzare il requisito MREL nel medio termine, la creazione di una subholding, con sede in Italia e non quotata, per UniCredit Bank AG, UniCredit Bank Austria AG e le altre banche nella regione CEE, con la capogruppo che sarebbe rimasta la holding operativa.
Tuttavia, secondo il giornale, data l’importanza strategica di una simile operazione, non è da escludere che la questione venga rinviata all’approvazione del nuovo board che sarà eletto ad aprile 2021.
Proprio in riferimento all’elezione del nuovo consiglio, continuano a rincorrersi i rumor sui nomi del candidato che dovrebbe subentrare al presidente uscente, Cesare Bisoni, con la banca che si sta avvalendo della consulenza di Spencer Stuart.
Tra i nomi che circolano ci sono Lamberto Andreotti e Stefano Micossi (che fanno parte dell’attuale board), Ignazio Angeloni, Claudio Costamagna, Vittorio Grilli, Lucrezia Reichlin e Domenico Siniscalco.
Intorno alle 10:30 a Piazza Affari il titolo cede l’1,7% a 7,22 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,2 per cento.