Wall Street apre positiva con lo S&P500 che timidamente tenta un allungo sopra i 3.500 punti. Successivamente, gli indici si indeboliscono e scivolano progressivamente ampliando la discesa ora dopo ora e chiudendo molto vicino ai minimi di giornata.
Rispetto al massimo iniziale intraday, i listini perdono complessivamente due punti percentuali. S&P500 e Nasdaq cedono entrambi l’1,65% con il listino tecnologico che realizza la quinta seduta negativa di ribasso, la peggiore striscia dall’agosto 2019.
Il Dow Jones cede l’1,4%, mentre il Russell 2000 l’1,2%.
Il mercato è senza bussola in un range abbastanza stretto e non trova temi tali e sufficienti per infrangere i record di inizio settembre, una barriera dalla quale è già stato respinto due volte nel mese di ottobre.
Prosegue la crescita della volatilità con l’indice VIX che raggiunge i 29,2 punti in progresso di oltre il cinque per cento.
Tutti gli undici settori dello S&P500 hanno chiuso in rosso con in particolare evidenza l’energia (-2,1%) e la tecnologia che cede l’1,9%.
In after hours IBM arretra dell’1,1% in scia alla pubblicazione di ricavi in calo per il terzo trimestre consecutivo e i più bassi da inizio secolo.
Nel mercato obbligazionario non si arresta il rialzo dei rendimenti con il Tbond che guadagna due punti base allo 0,77%.
Giornata movimentata tra le materie prime con i metalli preziosi che chiudono invariati cancellando uno sprinti iniziale nel quale l’argento era arrivato a guadagnare fino al tre per cento.
A nulla è valso il calo del dollaro fino a 1,178 nei confronti della moneta unica nel tentativo di arginare la debolezza delle materie prime con l’unica eccezione del rame che ha guadagnato un punto percentuale.
Anche il petrolio ha ceduto nel finale (-0,5%) scivolando al di sotto dei 41 dollari al barile.

























