Enel – J.P. Morgan alza TP a 8,00 euro (da 7,60 euro) e conferma rating “Overweight”

In vista della presentazione del nuovo piano industriale il prossimo 24 novembre, J.P. Morgan ha aggiornato la propria valutazione sul titolo Enel, alzando il prezzo obiettivo a 8,00 euro (da 7,60 euro), valore che incorpora un upside potenziale del 12,7% rispetto alle quotazioni attuali di 7,10 euro.

La banca di affari ha inoltre confermato il rating “Overweight”.

Un aggiornamento che gli analisti hanno fatto per “riflettere i trend degli utili riportati da inizio anno e per incorporare le valute in America Latina più deboli nelle nostre stime”.

J.P. Morgan prevede che in occasione del Capital Markets Day di novembre Enel ridurrà “ufficialmente la guidance sull’utile netto ordinario per il 2021 e il 2022 di circa 0,3 miliardi di euro come punto centrale del downgrade per la guidance del FY20”.

Pertanto ora la banca di affari stima un utile netto ordinario di 5,5 miliardi nel 2021E, 5,8 miliardi nel 2022E e 6,1 miliardi nel 2023E.

“Sebbene l’impatto delle svalutazioni valutarie dell’America Latina si rifletterà pienamente solo nel P&L nel 2021, riteniamo che sarà parzialmente compensato da efficienze incrementali, un’altra riduzione nel costo del finanziamento e un aumento degli investimenti per la crescita organica”.

Gli analisti infatti stimano circa 32 miliardi di investimenti per la crescita organica nel triennio 2021-23E, rispetto al precedente obiettivo di 28,7 miliardi per il 2020-22E. Inoltre, si aspettano che una quota maggiore di questi investimenti venga destinata ai mercati sviluppati, in particolare Spagna, Italia e Stati Uniti. Paesi dove J.P. Morgan ritiene che Enel aumenterà significativamente il suo obiettivo di capacità rinnovabile aggiuntiva.

La banca di affari ritiene che “portare la guidance ufficiale a un livello in linea con le aspettative sellside dovrebbe ridurre il rischio percepito nella equity story”.

La riduzione del rischio percepito “dovrebbe essere sostenuta dallo spostamento degli investimenti verso i mercati sviluppati e da un’elaborazione più dettagliata delle ambizioni a lungo termine di Enel nel contesto della Transizione Energetica, compreso il completo abbandono della produzione a carbone entro il 2025”.

La minore incertezza “dovrebbe spingere gli investitori a concentrarsi maggiormente sui numeri degli utili e rendersi conto che Enel è ancora (nonostante i declassamenti) una storia di CAGR per EPS a una cifra medio-alta nel 2019-23E, con il rapporto Debito finanziario netto/EBITDA che dovrebbe rimanere al di sotto del 3x e che viene scambiato con uno sconto rispetto ai concorrenti con una crescita degli utili simile e una leva finanziaria più elevata”.