Il gruppo Intesa Sanpaolo, senza considerare l’acquisizione di Ubi Banca, si attende
che l’utile netto possa risultare non inferiore a circa 3 miliardi nel 2020 e non
inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021, assumendo un costo del rischio potenzialmente fino a
circa 90 centesimi di punto per il 2020 e fino a circa 70 centesimi di punto per il 2021.
Anche considerando l’acquisizione di Ubi Banca, viene confermata la politica dei dividendi
del gruppo, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente
a un pay-out ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 e al 70% per
l’esercizio 2021, subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla BCE in merito
alla distribuzione di dividendi successivamente al 1° gennaio 2021, termine della
raccomandazione del 28 luglio scorso.
In aggiunta alla prevista distribuzione di dividendi cash da utile netto del 2020, Intesa
Sanpaolo intende ottenere l’approvazione della BCE per una distribuzione cash da riserve
nel 2021 alla luce dell’utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020.
Viene confermato un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier1 ratio a regime proforma atteso superiore al 13% nel 2021, anche considerando l’acquisizione di Ubi Banca
e la predetta potenziale distribuzione cash da riserve.
Per il gruppo risultante dall’acquisizione di Ubi Banca, si prevede dal 2022 un utile netto
non inferiore a 5 miliardi e il proseguimento di una strategia focalizzata sulla remunerazione per gli azionisti e sul mantenimento di solidi coefficienti patrimoniali.
La banca intende rendere noto il nuovo piano di impresa entro la fine del 2021, appena lo scenario macroeconomico sarà diventato più chiaro.