UniCredit – Utile netto per 680 mln nel 3Q 2020

UniCredit ha chiuso il secondo trimestre 2020 con un margine di intermediazione pari a 4.354 milioni (-7,4%), a seguito del calo dei ricavi core. L’utile netto si è fissato a 680 milioni (-42,3%) anche a seguito delle maggiori rettifiche per fronteggiare gli impatti del Covid-19. Il gruppo resta focalizzato sul disciplinato controllo dei costi.

UniCredit ha archiviato il terzo trimestre 2020 con ricavi e margini in calo, ma migliori delle aspettative del mercato, grazie al miglioramento dell’attività commerciale nonostante il difficile contesto legato alla pandemia da Covid-19.

“Continuiamo a beneficiare della positiva attuazione di “Transform 2019”, oltre che delle iniziative di “Team 23”, e grazie all’accelerazione nella trasformazione del modello di business abbiamo migliorato il nostro target sui risparmi lordi di “Team 23″ del 25% a 1,25 miliardi”.

È con queste parole che Jean Pierre Mustier, Ceo di UniCredit, ha commentato i conti del terzo trimestre 2020.

“Siamo in linea con i tempi previsti per conseguire il nostro obiettivo di utile netto sottostante superiore a 0,8 miliardi per il FY20 e confermiamo il nostro target tra
3 e 3,5 miliardi per il FY21. Accantonamenti prudenziali e rigorosa disciplina creditizia sulla base di assunzioni realistiche sono tratti distintivi del nostro gruppo”, ha aggiunto il manager.

Il margine di intermediazione si è fissato a 4.354 milioni (-7,4% a/a), a causa del calo dei ricavi core.

Il margine di interesse è risultato pari a 2.303 milioni (-8,6%), principalmente per effetto dei minori volumi di finanziamenti e del netto calo dell’Euribor. I maggiori impatti sono quelli delle dinamiche commerciali, del portafoglio investimenti e mercati/tesoreria e di altri.

Le commissioni nette sono scese a 1.469 milioni (-6,4%), a causa del calo delle commissioni su investimenti, di quelle di finanziamento e di quelle da servizi transazionali.

I profitti da trading sono saliti a 455 milioni (+10,2%), grazie al significativo aumento delle rettifiche di valutazione XVA. I proventi da attività di negoziazione, escluse le XVA, si sono normalizzati in linea con la guidance trimestrale di circa 350 milioni in media.

Gli altri ricavi sono calati a 127 milioni (-36,5%), come conseguenza della progressiva
riduzione della partecipazione non strategica in Yapi e della cessione della partecipazione in
Mediobanca.

I costi operativi sono leggermente diminuiti a 2.409 milioni (-1,6%), grazie alle azioni di contenimento poste in essere che hanno più che compensato spese correlate a Covid-19 per oltre 18 milioni nel trimestre. I costi del personale sono scesi a 1.479 milioni (-2,8%), principalmente grazie al calo degli FTE e dei compensi variabili, mentre gli altri costi sono leggermente aumentati a 930 milioni (+0,5%), principalmente per effetto dell’aumento degli investimenti in IT e nell’immobiliare, in parte compensati dagli ammortamenti.

Le riduzioni fissate come target dal piano “Team 23”, una diminuzione di circa 8.000 FTE e la chiusura di 500 filiali, procedono in linea con i tempi previsti, anche grazie agli accordi già siglati con i sindacati italiani, tedeschi ed austriaci. Il rapporto costi/ricavi è stato pari al 55,3% nel terzo trimestre 2020 (+3,3 p.p. a/a).

In seguito a tali dinamiche, il risultato lordo di gestione è ammontato a 1.945 milioni (-13,7%).

Le rettifiche su crediti sono state pari a 741 milioni (+31,6%), di cui 431 milioni di rettifiche su crediti specifiche conseguenti al prolungamento della moratoria in Italia e delle scadenze iniziali della moratoria nella CEE, e 305 milioni di overlays sulle rettifiche su crediti , mentre gli effetti regolamentari sfavorevoli sono stati pari a 4 milioni.

La guidance del costo del rischio contabile di gruppo per il FY20 a 100-120 pb è confermata grazie all’anticipazione degli impatti futuri e alla stagionalità nel quarto trimestre, inclusi 40-50 pb di LLP specifici, 50-60 pb di overlay e 10 pb di impatto da quadro normativo avverso.

Il risultato netto di gestione, pertanto, è ammontato a 1.204 milioni (-28,8%) e, dopo accantonamenti e poste straordinarie negativi per 422 milioni (-148 milioni nel periodo di confronto) inclusivi di 201 milioni di oneri sistemici, il periodo si è chiuso con un utile netto di 680 milioni (-42,3%).