Carel Industries ha chiuso i primi nove mesi 2020 con ricavi sostanzialmente stabili su base annua a 248 milioni (+1,2% a cambi costanti). Tale stabilità assume una connotazione particolarmente positiva alla luce della diffusione della pandemia legata al virus COVID-19, che ha causato un temporaneo lock-down dell’impianto cinese di Suzhou e dell’Hub produttivo di Brugine in provincia di Padova, determinando la creazione di un significativo back-log (smaltito comunque nei mesi di giugno e luglio).
A livello di aree geografiche, l’Emea ha segnato un +3,1% a 179 milioni, l’Apac un -3,8% a 35 milioni, il Nord America un -9% a 29 milioni e il Sud America un -15,8% a 5 milioni
Per quanto riguarda i singoli business, la Refrigerazione ha segnato un +1,5% a 82 milioni (+3,4% a parità di cambi), mentre l’area HVAC ha registrato un -0,3% a 163 milioni (+0,5% a parità di cambi).
L’Ebitda ha segnato un -2,2% a 48,5 milioni con una marginalità in lieve diminuzione su base annua al 19,6% (-40 punti base) ma in miglioramento rispetto al primo semestre 2020 (+40 punti base).
Il periodo si è chiuso con un utile netto pari a 26,2 milioni, in calo del 7,2% rispetto ai 28,2 milioni al 30 settembre 2019 influenzato dai risultati operativi e da maggiori ammortamenti.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 49,4 milioni, in diminuzione rispetto ai 62,1 milioni al 31 dicembre 2019 e ai 65,3 milioni al 30 giugno 2020, con una robusta generazione di cassa che ha più che compensato gli investimenti per circa 7,8 milioni, l’incremento del capitale circolante per 3,2 milioni e il pagamento di 12 milioni di dividendi.
Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, la società ritiene che, in assenza di un ulteriore e significativo peggioramento dello scenario ad oggi esistente, il 2020 si possa chiudere con un livello dei ricavi vicino a quanto registrato nell’esercizio 2019.